venerdì, luglio 22, 2011
C’è stato un tempo in cui Venezia sognava l’annessione all’Italia. In occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia nella città lagunare una mostra racconta cosa accadde tra la seconda Guerra d’Indipendenza e l’annessione al Regno d’Italia.

della nostra inviata Daniela Vitolo

Venezia partecipa alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia con una mostra dal titolo “Venezia che spera. L’unione all’Italia (1859-1866)”, curata da Giandomenico Romanelli e Camillo Tonini, allestita nelle sale del Museo Correr. Visto il successo riscosso la mostra, che ha aperto le porte ai visitatori il 16 marzo e che avrebbe dovuto chiuderle il 29 maggio, è stata prolungata fino al 31 dicembre. A dare il titolo alla mostra è un quadro del pittore Andrea Appiani jr, in cui Venezia ha le fattezze di una donna che sembra suggerire allo spettatore che, nonostante le difficoltà che è costretta ad affrontare, continua a sperare nel futuro.

Nelle sale della reggia che fu dimora di Napoleone e prima degli Asburgo, e abitazione veneziana dei Savoia dopo l’annessione all’Italia, si snoda un percorso composto di cinque sezioni attraverso cui è possibile ricostruire gli avvenimenti che si susseguirono tra la seconda Guerra d’Indipendenza e l’unione all’Italia. Più di duecento opere - provenienti principalmente dai collezioni civiche risorgimentali ma anche dai musei di Milano, Trieste, Udine, Pordenone - danno vita alla mostra, che consente al visitatore di immergersi nel clima dell’epoca grazie ad una gran quantità di dipinti, fotografie, ritratti istituzionali, monete, medaglie, manifesti, cimeli.

Attraverso i dipinti e ancora di più attraverso gli oggetti giunti fino a noi da oltre 150 anni al visitatore arriva lo spirito di un’epoca caratterizzata dal grande sogno unitario.

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