giovedì, ottobre 20, 2011
“Per le strade si sono riversate frotte di persone. C’è chi è incredulo, chi piange di gioia, e i caffè con le tv accese sulla ‘Bbc’ e AlJazeera’ sono presi d’assalto”: così padre Allan Archebuche, responsabile della Caritas a Tripoli racconta alla MISNA gli attimi successivi alla conferma della morte dell’ex guida libica, ucciso – secondo le prime notizie diffuse dal Cnt – in uno scontro a fuoco nella città natale di Sirte.

Agenzia Misna - “Adesso che le televisioni mostrano la prima foto del cadavere del colonnello, la folla ha deciso di dirigersi verso la piazza dei martiri, quella che nella ‘Jamahirriya’ si chiamava la ‘Piazza verde’ nel centro della capitale, divenuto simbolo della ribellione” dice ancora il religioso la cui voce è quasi coperta dal suono degli spari in aria e dei clacson con cui la gente sta festeggiando la caduta del regime. “Nessuno si aspettava la sua cattura e morte. In quarant’anni, i giovani di questo paese non hanno conosciuto altro leader. Per i libici oggi è un giorno indimenticabile – osserva padre Allan – e che segna la fine di un’era”.

Secondo Abdel Majid, esponente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), il convoglio sul quale Gheddafi stava cercando di fuggire da Sirte sarebbe stato colpito da aerei della Nato. Gli aerei hanno colpito quattro veicoli diretti a ovest su cui si trovavano anche il capo delle forze armate del regime Abu Bakr Yunus Jaber, morto durante l’attacco, mentre il cugino e consigliere di Gheddafi Ahmed Ibrahim è stato catturato.

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