giovedì, ottobre 20, 2011
Continua l’appuntamento con le fiabe per bambini di Silvio Foini

Diego era un bambino di sei anni e abitava con i genitori in un piccolo paese che confinava con un bosco dove vi erano tanti alberi. Fra questi, due grandi castagni che superavano in altezza gli altri intorno a loro. Quel pomeriggio di fine ottobre il papà disse a Diego: “Caro figliolo, oggi ti porterò nel bosco a raccogliere un po’ di castagne così questa sera la mamma le farà arrostire nelle pentola sul fuoco del camino e poi le mangeremo. Tu non lo sai ancora quanto siano buone!”. Diego era entusiasta di andare nel bosco con il papà. Lui era un omone grande e grosso e gli infondeva tanta sicurezza. Avrebbero magari incontrato anche qualche bel fagiano o qualche leprotto selvatico e probabilmente avrebbero raccolto anche qualche profumatissimo funghetto.

Con in mano un sacchetto di tela e un bastone per uno salutarono la mamma e si incamminarono verso il bosco. Quando, percorrendo il sentiero coperto dalla foglie gialle cadute per l’autunno, giunsero sotto i grandi castagni Diego esclamò felice: “Papà guarda quante ce ne sono! Oggi ne raccoglieremo un bel po’!”. “Certo figliolo! – rispose sorridendo il padre – Se però vuoi raccogliere quelle più belle, dovrai aprire col tuo bastone i ricci semichiusi. Ne sarai capace?”. “Ma certo papà – rispose il bimbo osservando con attenzione il terreno – Eccone uno! Dentro si vedono delle belle castagne lucide e grosse. Ora le prenderò”. “ Presta attenzione a non pungerti le mani – gli consigliò il padre – Fanno male parecchio sai?”. “Va bene. Farò attenzione”, promise Diego accovacciandosi sulle ginocchia.

Con delicatezza cercò di aprire un grosso riccio per far fuoruscire i frutti marroni ma una mano andò a toccare gli aghi facendolo scattare in piedi per l’acuto dolore. “Che male papà – gridò portandosi alle labbra il dorso della manina – Mi sono punto!”. “Te lo avevo detto! Usa il bastone e la punta della scarpa. Così non dovrai toccare il riccio e raccoglierai delle bellissime castagne”. Diego seguì il consiglio del papà ed in breve tempo riempì quasi tutto il sacchetto.

Quando tornarono a casa ormai le prime ombre della sera preludevano all’incipiente notte. La mamma si complimentò con i due raccoglitori di castagne: erano tutte belle, sane e luccicanti come delle grosse perle e stese sul tavolo facevano un figurone! “Chissà quanto saranno buone – esclamò Diego non ricordandosi nemmeno più delle punture che gli aveva inferto il riccio – Non vedo l’ora di mangiarle”. Poco dopo infatti la famigliola gustava quei magnifici profumati frutti dell’Autunno.

Il papà di Diego osservò il figliolo felice e gli disse: “Vedi mio caro bambino? Le castagne assomigliano un po’ a quelle persone che alla prima impressione ti possono sembrare scorbutiche e pungenti come i ricci, ma se guardi bene dentro di loro, potrai trovarvi impensabilmente molto più di buono di quel che t’immagini!”.
La mamma sorrise a quelle parole: ogni occasione era buona per il marito, il padre del suo Diego, per insegnare al bambino i buoni principi morali che formeranno gli uomini nuovi, il futuro della terra.

Sono presenti 3 commenti

Anonimo ha detto...

Mamma mia quant'è bello questo racconto scritto da una penna che sa scorrere veloce e bene ma non solo, ogni racconto o fiaba contiene un insegnamento. Quando leggo questi lavori rimango affascinata e non posso fare a meno di trasmettere la gioia e quasi lo stupore per tanta bellezza

Anonimo ha detto...

E' un racconto bellissimo, e, come sempre si può trarre un insegnamento. Complimenti davvero sinceri.

Anonimo ha detto...

Fiaba stupenda....mi fa' ritornare in mente, quando, da bambina, andavo con il nonno a raccogliere questi deliziosi frutti che l'autunno ci offre!!!! Era una gioia sia raccoglierli che mangiarli....

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