martedì, ottobre 11, 2011
Prorogati di sei mesi i permessi di soggiorno per motivi umanitari rilasciati ai migranti, in gran parte tunisini, arrivati in Italia dall’1 gennaio al 5 aprile. Prorogato fino al 31 dicembre 2012 anche lo stato di emergenza.

PeaceReporter - Permessi umanitari prorogati per sei mesi. Lo stabilisce un decreto del consiglio dei ministri, che risponde così alle preoccupazioni sorte da più parti intorno alla situazione dei profughi dal Nord Africa arrivati sulle coste italiane nell'aprile scorso. La proroga riguarda "i cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa affluiti nel territorio nazionale dall'1 gennaio 2011 alla mezzanotte del 5 aprile". Ai profughi, in larga parte tunisini, era stato rilasciato un permesso di soggiorno per motivi umanitari di sei mesi: in prossimità della scadenza arriva dunque la proroga per altri sei mesi.

L'attuazione della proroga, come già il rilascio dei permessi deciso nell'aprile socrso, sarà a carico del Fondo nazionale della Protezione civile. Allo stesso tempo il consiglio dei ministri, con un ulteriore decreto, ha prorogato fino al 31 dicembre 2012 lo stato di emergenza "in relazione all'eccezionale afflusso" di cittadini del Nord Africa. Secondo il testo del decreto "i migranti giunti nel nostro Paese nei primi nove mesi del 2011 sono stati oltre 60 mila". Un afflusso "massiccio" e "persistente" che continua a essere particolarmente rilevante. La situazione di instabilità nel Nord Africa, continua il decreto, fa prevedere che la situazione di emergenza si protrarrà anche nel 2012.

La decisione di prorogare i permessi umanitari arriva anche in seguito ai risultati "molto positivi" raggiunti dagli accordi fra il governo italiano e quello tunisino. Accordi che riguardano "sia l'attività di vigilanza sulle coste tunisine, sia l'azione di prevenzione e di contrasto dell'immigrazione illegale, sia le operazioni di rimpatrio dei cittadini tunisini giunti in Italia successivamente al 5 aprile 2011". La collaborazione fra Italia e Tunisia continuerà, anche su ripetute richieste del governo tunisino, ma dovrà essere confermata dal nuovo governo che si insedierà a Tunisi dopo l'elezione dell'Assemblea costituente, prevista per il prossimo 23 ottobre.

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