martedì, ottobre 11, 2011
Continua il nostro appuntamento con le fiabe per bambini di Silvio Foini

C’era una volta, nel prato, in una sera di maggio, una lucciola che volava tranquillamente portandosi dietro la propria piccola lanterna che si spegneva e si accendeva ad ogni battito delle sue aluccie. Sotto di lei, il fieno stava sparso ad asciugare per essere raccolto poi in balle dal contadino, che lo avrebbe riposto nel fienile come cibo per la mucca in inverno. La lucciolina adorava volare su quella distesa che emanava il tipico profumo dell’erba falciata: era l’odore stesso della bella stagione. La sua unica stagione: quando il tempo sarebbe divenuto più fresco e le sere più corte, lei sarebbe morta. Lo sapeva ma non se ne rammaricava molto, per questo non era mai triste ed anzi portava intorno la sua luce con gioia.

Ad un certo punto le parve di udire, proveniente dall’intrico dei fili d’erba recisi, una vocina che chiedeva disperatamente aiuto. Si abbassò quasi a toccare il fieno e alla luce della sua piccola lanterna scorse una formichina piccola piccola che piangeva disperata invocando la mamma. La lucciola le chiese se si fosse perduta. “Sì, sì, non trovo più la strada di casa e chissà la mia mamma come sarà triste. C’è tanto buio qui intorno e io... io non so più dove andare. Se passa di qui un riccio verrò anche mangiata. Sai che sono terrorizzata?”. “Non temere piccolina! – la rincuorò la lucciola posandosi accanto a lei – Facciamo una bella cosa: adesso tu sali su questo filo d’erba e poi sulla mia groppa. Insieme, alla luce della mia lanterna, cercheremo volando il luogo in cui abiti. Va bene piccolina?”. La formichina fu ben felice di quella soluzione e delicatamente, dopo essersi arrampicata sul filo d’erba, con un piccolo salto si portò sul dorso della lucciola. “Sei pronta a volare piccola amica? - domandò cominciando a sbattere le ali – Non aver paura che non ti farò cadere. Tu guarda bene intorno e cerca di trovare casa tua. Tieniti forte formichina!”. In men che non si dica volarono su quasi tutto il prato sin che alla luce della lanterna della generosa lucciola la formichina vide l’ingresso del formicaio e sulla sua porta la mamma che scrutava nel buio per vedere se mai la potesse scorgere. “Abito lì lucciola! – gridò con tutto il fiato che aveva in gola la formichin – Scendi giù perché siamo arrivati”. Mamma formica, vedendo la sua piccola tornare a casa sana e salva, pianse di gioia e invitò la caritatevole lucciola ad entrare in casa ed a trascorrere la notte nel formicaio. Rimasero sveglie a lungo e si raccontarono gli avvenimenti che erano accaduti nel loro prato, il loro piccolo mondo, poi si addormentarono felici di essersi conosciute.

Il mattino seguente la lucciola salutò la nuova amica e la sua piccolina e rifiutò gentilmente l’offerta di stabilirsi per sempre con loro. “Sai amica formica – spiegò – io devo portare la mia luce sul prato quando scende la sera. Come hai visto potrebbe sempre essere d’aiuto a qualcuno che ne avesse bisogno. Questo è il mio compito e questo io faccio. Certo, mi piacerebbe rimanere con voi, ma davvero non posso. Ti ringrazio comunque e qualche sera di queste, prometto, verrò ancora a farvi visita. Tu piccolina – aggiunse salutando la formichina che si era perduta – presta più attenzione a quando scendono le ombre della sera: certo è bello stare sempre fuori a giocare ma non bisogna esagerare. Ciao”.

La lucciola s’involò verso il cielo dove stava sorgendo il sole. Le due formiche la videro scomparire nella luce dorata dell’astro nascente e commosse ringraziarono il Signore per il grande dono che aveva fatto al mondo e a tutte le Sue creature. La provvidenza.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

La c'è la Provvidenza! Scriveva l'illustre Manzoni,basterebbe credervi, ma oggi si preferiscono maghi e cartomanti.Questa fiaba invita a riscoprirla e ad avere fiducia nella provvidenza che non abbandona nessuno e non è mendace.

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