L’omicidio di Yara Gambirasio, scomparsa lo scorso 26 novembre a Brembate e trovata morta tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola, potrebbe essere un delitto a sfondo sessuale. Nonostante sul corpo della ragazzina di Brembate non sia stata rilevata violenza sessuale, le nuove tracce di Dna farebbero propendere per questa ipotesi
Sul corpo di Yara sono state rilevate tracce di Dna di “un uomo di razza bianca”, in particolare sugli slip e sul colletto interno della t-shirt; sinora invece gli unici indizi erano due diversi Dna nei guanti di Yara. Soprattutto il Dna trovato negli slip di Yara farebbe ipotizzare un omicidio a sfondo sessuale, benché dall’autopsia è stato confermato che la violenza non è stata consumata: anzi, Yara avrebbe lottato per proteggersi dall’aggressione. Tuttavia queste nuove tracce non sono compatibili con nessuno dei 2000 profili genetici esaminati dagli inquirenti: l’assassino potrebbe essere una persona sconosciuta. I Dna rintracciati potrebbero quindi non dare nessuna svolta alle indagini né essere del presunto colpevole.
Le indagini comunque vanno avanti, anche se quello di Yara è un caso in cui si è spesso brancolato nel buio. Persino il vescovo di Brembate una settimana fa, durante il funerale per la piccola Yara, ha chiesto a gran voce: “Assassini, uscite dall’oscurità”. E così scrive il Presidente Napolitano alla famiglia: “Il mio auspicio è che si riesca a far luce sull'orrendo delitto, per quanto il cammino per questi risultati sia davvero difficile”.
Un sentimento comune, quello di rabbia, per la morte di Yara senza un responsabile né un perché. Un sentimento comune soprattutto dei cittadini di Brembate che non smettono di chiedere giustizia per la piccola Yara.
Sul corpo di Yara sono state rilevate tracce di Dna di “un uomo di razza bianca”, in particolare sugli slip e sul colletto interno della t-shirt; sinora invece gli unici indizi erano due diversi Dna nei guanti di Yara. Soprattutto il Dna trovato negli slip di Yara farebbe ipotizzare un omicidio a sfondo sessuale, benché dall’autopsia è stato confermato che la violenza non è stata consumata: anzi, Yara avrebbe lottato per proteggersi dall’aggressione. Tuttavia queste nuove tracce non sono compatibili con nessuno dei 2000 profili genetici esaminati dagli inquirenti: l’assassino potrebbe essere una persona sconosciuta. I Dna rintracciati potrebbero quindi non dare nessuna svolta alle indagini né essere del presunto colpevole.
Le indagini comunque vanno avanti, anche se quello di Yara è un caso in cui si è spesso brancolato nel buio. Persino il vescovo di Brembate una settimana fa, durante il funerale per la piccola Yara, ha chiesto a gran voce: “Assassini, uscite dall’oscurità”. E così scrive il Presidente Napolitano alla famiglia: “Il mio auspicio è che si riesca a far luce sull'orrendo delitto, per quanto il cammino per questi risultati sia davvero difficile”.
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