"Lettere di condannati a morte della Resistenza Italiana", in attesa del "Giorno della Memoria" - Ferruccio Valobra
La Perfetta Letizia, nell'approssimarsi della "Giornata della Memoria", vuole rendere omaggio alle vittime dell'Olocausto, del nazionalsocialismo e del fascismo e a chi, a rischio della vita, ha protetto i perseguitati. Fino al 27 gennaio, data in cui si celebra la giornata commemorativa, pubblicheremo le ultime lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana, per gentile concessione della banca dati dell'INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia).
Mie adorate Silvia e Mirella,
sono stato condannato alla fucilazione senza avere potuto difendermi: cose dei tempo nostri; pazienza!
Ho ugualmente l’animo sereno ed altrettanto spero di voi: tu mia diletta Silvia sappi essere forte per il bene della nostra figlia; a te chieggo scusa e perdono, se non sempre sono riuscito ad essere paziente e buono come avrei dovuto esserlo con te che nella tua vita ha conosciuto solo sacrifici ed immensa dedizione alla famiglia.
A Mirella invio il mio paterno saluto, con il cuore straziato di non avere potuto esserle di guida nei duri anni che l’attendono: ma sei una fanciulla intelligente e seria e non mancherai di fare la tua strada sotto la guida della Mamma che ora sostituisce anche me: sii forte e sii italiana come ho sempre richiesto al tuo cuoricino di donnina sensibile e cara.
Non guastare il tuo sensibile spirito e tanto tu quanto la Mamma non dimenticate di venirmi a visitare: però niente lacrime e Mira con il suo dolce sorriso porti sulla mia ultima dimora una bella rosa che innaffierà con amore e con qualcuna delle sue dolci canzoni tra le labbra; io ti benedirò e ti seguirò nei dolori e nelle gioie che ti auguro ancora numerose nella tua vita: avrai figli; a quelli insegnerai che il nonno è stato un forte alpino e che ha saputo anche morire da "scarpone" pensando che chi per la Patria muore vissuto è assai.
E mentre scrivo penso tanto a Mammetta ed al suo piano; alcune note le riserberai a me ricordando che, forse per intuizione, care mi erano le pagine dell’Andrea Chénier, poeta sfortunato ma grande patriota. [...]
Ed ora ritorno a voi mie dilette per rinnovarvi la preghiera di essere serene di fronte a tanta avversità. Spero che il mio sacrificio come quello dei miei compagni serva a darvi un migliore domani, in un’Italia più bella quale io e voi abbiamo sempre agognato nel più profondo del nostro animo. Non vi voglio imporre il soggiorno piuttosto qui che altrove: lascio al giudizio di Mamma che farà per il meglio: siatemi soltanto vicine di frequente e pensate con amore a Papà sfortunato. E se verrete da me, come dicevo, niente pianti ma sorrisi; tutto al più solo due piccole lacrimucce sulla tomba; scenderanno a me e riscalderanno ancora il mio povero cuore per dar ritornare in su una bella foglia verde ed un "fiorellin d’amore" come vuole la nostra bella canzone alpina.
Che mi sia concesso da Dio di potervi seguire e benedire come vi meritate.
Aff.mo papà
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Di idee antifasciste, aderisce al partito repubblicano clandestino e, dopo l’armistizio, diventa comandante di una formazione partigiana autonoma operante nella zona di Carmagnola (TO). Tradito da una delazione, è catturato da elementi della GNR (Guardia nazionale repubblicana) l’8 settembre 1944. Incarcerato, interrogato e torturato, il 21 settembre è processato dal Tribunale Co.Gu. di Torino e condannato a morte. (leggi tutto)
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Carceri Giudiziarie di Torino, 22.9.1944
Mie adorate Silvia e Mirella,
sono stato condannato alla fucilazione senza avere potuto difendermi: cose dei tempo nostri; pazienza!
Ho ugualmente l’animo sereno ed altrettanto spero di voi: tu mia diletta Silvia sappi essere forte per il bene della nostra figlia; a te chieggo scusa e perdono, se non sempre sono riuscito ad essere paziente e buono come avrei dovuto esserlo con te che nella tua vita ha conosciuto solo sacrifici ed immensa dedizione alla famiglia.
A Mirella invio il mio paterno saluto, con il cuore straziato di non avere potuto esserle di guida nei duri anni che l’attendono: ma sei una fanciulla intelligente e seria e non mancherai di fare la tua strada sotto la guida della Mamma che ora sostituisce anche me: sii forte e sii italiana come ho sempre richiesto al tuo cuoricino di donnina sensibile e cara.
Non guastare il tuo sensibile spirito e tanto tu quanto la Mamma non dimenticate di venirmi a visitare: però niente lacrime e Mira con il suo dolce sorriso porti sulla mia ultima dimora una bella rosa che innaffierà con amore e con qualcuna delle sue dolci canzoni tra le labbra; io ti benedirò e ti seguirò nei dolori e nelle gioie che ti auguro ancora numerose nella tua vita: avrai figli; a quelli insegnerai che il nonno è stato un forte alpino e che ha saputo anche morire da "scarpone" pensando che chi per la Patria muore vissuto è assai.
E mentre scrivo penso tanto a Mammetta ed al suo piano; alcune note le riserberai a me ricordando che, forse per intuizione, care mi erano le pagine dell’Andrea Chénier, poeta sfortunato ma grande patriota. [...]
Ed ora ritorno a voi mie dilette per rinnovarvi la preghiera di essere serene di fronte a tanta avversità. Spero che il mio sacrificio come quello dei miei compagni serva a darvi un migliore domani, in un’Italia più bella quale io e voi abbiamo sempre agognato nel più profondo del nostro animo. Non vi voglio imporre il soggiorno piuttosto qui che altrove: lascio al giudizio di Mamma che farà per il meglio: siatemi soltanto vicine di frequente e pensate con amore a Papà sfortunato. E se verrete da me, come dicevo, niente pianti ma sorrisi; tutto al più solo due piccole lacrimucce sulla tomba; scenderanno a me e riscalderanno ancora il mio povero cuore per dar ritornare in su una bella foglia verde ed un "fiorellin d’amore" come vuole la nostra bella canzone alpina.
Che mi sia concesso da Dio di potervi seguire e benedire come vi meritate.
Aff.mo papà
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Di idee antifasciste, aderisce al partito repubblicano clandestino e, dopo l’armistizio, diventa comandante di una formazione partigiana autonoma operante nella zona di Carmagnola (TO). Tradito da una delazione, è catturato da elementi della GNR (Guardia nazionale repubblicana) l’8 settembre 1944. Incarcerato, interrogato e torturato, il 21 settembre è processato dal Tribunale Co.Gu. di Torino e condannato a morte. (leggi tutto)
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Altre lettere pubblicate:
- Romolo Cani. Lettera alla Moglie, scritta in data 10-02-1944, Faenza (RA)
- Odoardo Focherini. Lettera a figli, scritta il 15 Agosto 1944
- Armando Amprino (Armando), Dal Carcere, il 22 dicembre 1944
- Aulo Magrini. Testamento spirituale.
- Adelio Pagliarani. Lettera alla Madre, scritta il 16-08-1944
- Don Aldo Mei. Lettera ai genitori, scritta il 04-08-1944
- Giuseppe Pelosi (Peppino). Verona 16 Marzo 1944
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