lunedì, novembre 30, 2009
Taglio di CO2 entro il 2050 rispetto al 1990. La bozza preparata dal governo danese in vista della conferenza di Copenaghen sul clima propone una riduzione del 50% delle emissioni inquinanti entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. Lo ha appreso l'agenzia Reuters che ha ottenuto una copia del documento.

Ansa - News Delhi, la bozza preparata dal governo danese per la conferenza sul clima di Copenaghen propone che l'80% del taglio delle emissioni inquinanti sia a carico dei paesi ricchi. Il testo, che e' una proposta e potrebbe diventare la base per un accordo politico al termine degli incontri di Copenaghen, suggerisce inoltre chel'80% del taglio delle emissioni inquinanti sia a carico dei paesi ricchi. La bozza prosegue quindi affermando che e' necessario mantenere l'aumento medio globale di temperature entro e non oltre i 2 gradi Celsius. I tagli alle emissioni di gas serra dell'Europa potrebbero arrivare al 30% se anche gli altri Paesi assumeranno obiettivi simili e con un accordo politico vero. Così il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, in un messaggio inviato a una conferenza sulla qualità dell'aria, oggi a Roma, parla della possibilità di una proposta per la Conferenza dell'Onu a Copenaghen per aumentare i tagli di CO2.

"Alla Conferenza Onu a Copenaghen - aggiunge Prestigiacomo - l'Europa porterà i propri impegni già assunti e metterà sul tavolo della trattativa la possibilità di innalzare i tagli delle emissioni dal 20 al 30% a condizione che gli altri Paesi sviluppati assumano obiettivi analoghi e a fronte di impegni altrettanto significativi delle economie emergenti". Questo, spiega il ministro, "per arrivare a un accordo politico importante, anche se molto probabilmente in due tempi".

Sul piano interno, continua, "l'Italia sta investendo su più fronti nella riduzione complessiva delle emissioni con interventi a favore della mobilità sostenibile, della bioedilizia, della diffusione delle fonti rinnovabili, della promozione dell'efficienza e del risparmio energetico". Il governo, dice il ministro, "sta usando tutti gli strumenti per favorire lo sviluppo della green economy, la prospettiva del futuro, la scommessa di oggi". La questione del clima, conclude Prestigiacomo per ritornare alla prossima Conferenza a Copenaghen, deve poggiare "su un terreno di concretezza, il solo possibile per arrivare a un risultato vero, globale e condiviso".

INDIA, FALLIMENTO DI COPENAGHEN SE 'PICCO' NEL 2020 - La conferenza sul clima di Copenaghen sarà "un fallimento" se la proposta danese, che vuole che il mondo adotti il 2020 come anno nel quale le emissioni raggiungano il loro massimo, venga approvato. Lo ha detto il ministro indiano dell'ambiente Jairam Ramesh, citato dall'agenzia di stampa.

"Se la bozza danese contiene indicazioni temporali, allora arriviamo ad un fallimento. La bozza, che non si basa su stime realistiche, è totalmente inaccettabile da noi", ha detto il ministro Ramesh alla PTI. Ramesh ha spiegato che per contrastare la bozza danese, le economie emergenti come Cina, Sud Africa e Brasile, hanno preparato una loro bozza "molto più vicina alle nostre posizioni", che sarà presentata domani a Copenaghen e che rappresenta "la nostra posizione non negoziabile". Ramesh, come l'intero governo indiano, è contrario a qualsiasi cornice temporale e numerica in fatto di taglio di emissioni, pensando al 2050 come data più realistica del 2020. La decisione indiana di non accettare il 2020 come anno di punta massima per le emissioni, nasce dalla convinzione di Ramesh che "le nostre emissioni pro capite sono molto basse. Abbiamo già detto che siamo pronti a discutere sul livello di efficienza energetico. Ma dobbiamo avere un senso di realismo, che paiono non avere i paesi sviluppati, su quello che i paesi in via di sviluppo possono o non possono fare". Ramesh non vuole assolutamente che la bozza danese sia il punto di partenza per le negoziazioni, cosa che potrebbe portare all'abbandono del tavolo da parte indiana.


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