All' indomani del referendum anti-minareti in Svizzera, il presidente del Pontificio consiglio dei migranti, mons. Antonio Maria Vegliò, interpellato dall'ANSA, ha fatto sapere di essere "sulla stessa linea dei vescovi svizzeri", che ieri hanno espresso forte preoccupazione per quello che hanno definito "un duro colpo alla libertà religiosa e all'integrazione".
Ansa - Preoccupazione dal Consiglio d'Europa - "Nonostante sia espressione della volontà popolare, la decisione di vietare la costruzione di nuovi minareti in Svizzera suscita in me grande preoccupazione". Lo afferma Lluis Maria de Puig, presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, commentando oggi i risultati del referendum svizzero. "Se da un lato questa decisione riflette le paure della popolazione svizzera e dell'Europa, nei confronti del fondamentalismo islamico, dall'altra, mentre non aiuterà ad affrontare le cause di questo fondamentalismo, è molto probabile che incoraggi sentimenti di esclusione e approfondisca le spaccature all'interno della nostra società", sottolinea de Puig. I risultati di questo referendum, conclude il presidente dell'Assemblea parlamentare, "sono contrari ai valori di tolleranza, dialogo e rispetto per chi professa un altro credo, valori da sempre sostenuti con forza dal Consiglio d'Europa, che come istituzione rimane pronta ad aiutare i propri Stati membri a far fronte alle sfide che emergono dalle diversità all'interno delle società europee".
MINISTRO SVIZZERO, NON E' VOTO CONTRO ISLAM - "Spiegherò all'Ue che questo voto non è contro la religione islamica, ma contro i minareti come edifici". Lo ha affermato il ministro per la giustizia svizzero Evelyne Widmer Schlumpf, al suo arrivo al consiglio europeo per partecipare ad una riunione con i ministri dell'Interno e della giustizia Ue, a proposito del referendum col quale gli svizzeri hanno bocciato la costruzione di minareti sul loro territorio. "In Svizzera si rispetta la libertà di fede che è un diritto molto importante per noi", ha affermato il ministro svizzero, la quale ha riconosciuto che dalle urne non è uscito "un bel segnale per la Svizzera". "Sono convinta che si possa spiegare che nella nostra democrazia c'é la possibilità di votare e che questo è il risultato di questo voto", ha indicato il ministro insistendo che non si tratta di un voto "contro la religione musulmana".
COMMISSIONE UE, TUTELARE LIBERTA' RELIGIOSA - Le decisioni su dove e come costruire edifici religiosi spettano esclusivamente agli Stati ma per la Commissione europea è necessario rispettare il più possibile la libertà di religione. Così la Commissione Ue commenta oggi il referendum con il quale gli svizzeri hanno detto 'no' alla costruzione di nuovi minareti sul loro territorio. "La Commissione non può intervenire né commentare la decisione di un Paese terzo", ha detto oggi Michele Cercone, portavoce del commissario alla Libertà e Giustizia Jaques Barrot. Ma, ha aggiunto il portavoce, "in generale Bruxelles ritiene che lo Stato sovrano debba rispettare il più possibile la libertà di religione". (continua a leggere)
MINISTRO SVIZZERO, NON E' VOTO CONTRO ISLAM - "Spiegherò all'Ue che questo voto non è contro la religione islamica, ma contro i minareti come edifici". Lo ha affermato il ministro per la giustizia svizzero Evelyne Widmer Schlumpf, al suo arrivo al consiglio europeo per partecipare ad una riunione con i ministri dell'Interno e della giustizia Ue, a proposito del referendum col quale gli svizzeri hanno bocciato la costruzione di minareti sul loro territorio. "In Svizzera si rispetta la libertà di fede che è un diritto molto importante per noi", ha affermato il ministro svizzero, la quale ha riconosciuto che dalle urne non è uscito "un bel segnale per la Svizzera". "Sono convinta che si possa spiegare che nella nostra democrazia c'é la possibilità di votare e che questo è il risultato di questo voto", ha indicato il ministro insistendo che non si tratta di un voto "contro la religione musulmana".
COMMISSIONE UE, TUTELARE LIBERTA' RELIGIOSA - Le decisioni su dove e come costruire edifici religiosi spettano esclusivamente agli Stati ma per la Commissione europea è necessario rispettare il più possibile la libertà di religione. Così la Commissione Ue commenta oggi il referendum con il quale gli svizzeri hanno detto 'no' alla costruzione di nuovi minareti sul loro territorio. "La Commissione non può intervenire né commentare la decisione di un Paese terzo", ha detto oggi Michele Cercone, portavoce del commissario alla Libertà e Giustizia Jaques Barrot. Ma, ha aggiunto il portavoce, "in generale Bruxelles ritiene che lo Stato sovrano debba rispettare il più possibile la libertà di religione". (continua a leggere)
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