giovedì, novembre 05, 2009
Sono attive da qualche giorno le nuove “brigate minerarie”, il nuovo corpo di polizia creato dal governo del Camerun per tentare di controllare maggiormente tutta la catena di produzione ed estrazione del vasto patrimonio minerario del paese.

Agenzia Misna - Nel presentare l’iniziativa lanciata dal ministero delle Miniere, il coordinatore del Quadro di appoggio e promozione dell’artigianato minerario (Capam, nel suo acronimo francese) ha diffuso dati “inquietanti” sul funzionamento del mercato minerario camerunese. Secondo le ultime verifiche, il 90% della produzione mineraria nazionale sarebbe controllata da “reti clandestine” definite “pericolose e molto ben organizzate”, in grado di poter contare su una vasta rete di complicità nella sfera politico-amministrativa del paese. Organizzazioni attive indisturbate da tempo e che negli anni si sono sostituite allo Stato nel trattare con imprese multinazionali. Il Capam, ha ammesso il coordinatore dell’Ente del ministero delle Miniere, non riesce a canalizzare più del 10% della produzione mineraria nazionale. Il nuovo piano di controllo del settore minerario - che prevede la creazione di una serie di organi di controllo lungo tutta la filiera produttiva - è stato messo a punto in seguito al crescente interesse di governi e aziende internazionali per il patrimonio minerario del Camerun, tornato alla ribalta dopo una serie di recenti scoperte che hanno individuato giacimenti di oro, di diamanti (a Mobilong, nel mezzo della foresta equatoriale, si ritiene si trovi la più grande riserva di diamanti del pianeta), ma anche nickel, ferro, cobalto e coltan.


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