Anche la preghiera va in vacanza ovvero scende in spiaggia. Sono ormai 30 le diocesi italiane che aderiscono al progetto delle “Sentinelle del mattino”: centinaia di giovani, speciali Baywatch della fede, che si organizzano per diffondere la Parola di Dio tra i bagnanti.
Radio Vaticana - Megafoni a Chieti e Vasto, cappelle itineranti a Termoli e Cagliari, momenti di preghiera in Liguria e sulla Costiera amalfitana. Iniziatore è don Andrea Brugnoli, incaricato per la pastorale di strada della Diocesi di Verona. A lui Gabriella Ceraso ha chiesto se in questi dieci anni di attività sia cambiato qualcosa nelle risposte dei giovani e nei contenuti delle proposte di fede (ascolta):
R. – Sì, abbiamo già cominciato con un’evangelizzazione di notte, nel centro di Palermo e qualche settimana fa le varie “fiaccole” – così si chiamano i gruppi che sono presenti in Italia – organizzano varie attività. Per esempio, oggi, a Termoli, verrà montata la chiesa gonfiabile che da vari mesi portiamo in giro per l’Italia; dall’11 al 14 agosto andremo invece ad Amalfi e lì verrà fatta un’animazione di spiaggia, durante il pomeriggio, mentre la sera verrà aperta la chiesa che è proprio lì, sul lungomare, per poter accogliere tutti i giovani che vorranno entrare.
D. – Da quando ha iniziato, con le “Sentinelle del mattino”, è cambiato qualcosa nelle risposte dei giovani e di conseguenza anche nel vostro approccio nei contenuti delle vostre proposte?
R. – Direi di no. Fin da quando siamo partiti, dieci anni fa, abbiamo fatto una bella scoperta: i giovani che sono lontani dalla pratica della loro fede hanno in realtà un grande interesse di conoscere Dio, di confrontarsi con dei coetanei sulla loro fede o anche non fede. Da allora quindi la cosa bella è scoprire che questi giovani, contattatati per strada, talvolta vivono una vera e propria vita spirituale molto profonda, anche se purtroppo non mettono piede nelle nostre Chiese. Proprio per questo motivo abbiamo cercato di raggiungerli nei luoghi di divertimento per aprire con loro un dialogo e perché potessero raccontare le loro esperienze, fare delle critiche e trovare dei coetanei credenti con cui confrontarsi.
D. – A proposito di critiche ed esigenze dei ragazzi che avvicinate, che cosa vi chiedono, che cosa cercano?
R. – Innanzitutto sono molto contenti che la Chiesa li cerchi e chiedono ai nostri ragazzi come mai credono, perché, nonostante tutti i difetti che può avere la Chiesa, abbiano fatto questa scelta, come vivono la loro vita di preghiera ed anche la morale della Chiesa.
D. – Il Papa ha detto che “se Dio manca, manca la bussola, non si sa dove andare” e poi ha chiesto di portare Dio nella realtà contemporanea. Il timore di proselitismo, il timore di essere presi in giro in un contesto come quello di una spiaggia, che è un posto di svago e di divertimento, non c’è e se c’è come lo affrontate?
R. – La nostra proposta è molto libera. Non vogliamo portare in Chiesa nessuno attraverso un invito esplicito; c’è una Chiesa aperta di notte e Gesù vuole incontrarti e quindi le persone hanno la possibilità d’iniziare un piccolo dialogo di fede. Quelli che entrano - e sono parecchi: in una notte d’estate entrano più di mille giovani dentro la Chiesa – lo fanno con le loro gambe, mossi dalla curiosità o da una certa nostalgia che si risveglia nei loro cuori. Credo che il Papa abbia proprio ragione: oggi occorre portare il Vangelo nei luoghi della vita, attraverso dei testimoni credibili. Non è un prete o una suora che va in strada a parlare, ma è un giovane esattamente come loro, capace di divertirsi, vestito come tutti gli altri giovani, ma lui, nel cuore, ha fatto questa scelta e questo crea davvero una curiosità e da lì inizia un dialogo.
D. – Questo incontro estivo riesce poi ad avere un seguito?
R. – In genere, i gruppi che agiscono in Italia ripetono una volta al mese quest’evangelizzazione e allora lì si possono riscontrare dei bellissimi frutti. Per strada qualcuno viene risvegliato a questa nostalgia di Dio e il mese successivo torna, poi torna un’altra volta. E quindi ora, tra i nostri giovani, abbiamo la gioia di avere ragazzi e ragazze incontrati per strada, totalmente lontani dalla fede e dalla Chiesa, che sono diventati loro stessi evangelizzatori dei loro coetanei e sono anche i più credibili.
Radio Vaticana - Megafoni a Chieti e Vasto, cappelle itineranti a Termoli e Cagliari, momenti di preghiera in Liguria e sulla Costiera amalfitana. Iniziatore è don Andrea Brugnoli, incaricato per la pastorale di strada della Diocesi di Verona. A lui Gabriella Ceraso ha chiesto se in questi dieci anni di attività sia cambiato qualcosa nelle risposte dei giovani e nei contenuti delle proposte di fede (ascolta):R. – Sì, abbiamo già cominciato con un’evangelizzazione di notte, nel centro di Palermo e qualche settimana fa le varie “fiaccole” – così si chiamano i gruppi che sono presenti in Italia – organizzano varie attività. Per esempio, oggi, a Termoli, verrà montata la chiesa gonfiabile che da vari mesi portiamo in giro per l’Italia; dall’11 al 14 agosto andremo invece ad Amalfi e lì verrà fatta un’animazione di spiaggia, durante il pomeriggio, mentre la sera verrà aperta la chiesa che è proprio lì, sul lungomare, per poter accogliere tutti i giovani che vorranno entrare.
D. – Da quando ha iniziato, con le “Sentinelle del mattino”, è cambiato qualcosa nelle risposte dei giovani e di conseguenza anche nel vostro approccio nei contenuti delle vostre proposte?
R. – Direi di no. Fin da quando siamo partiti, dieci anni fa, abbiamo fatto una bella scoperta: i giovani che sono lontani dalla pratica della loro fede hanno in realtà un grande interesse di conoscere Dio, di confrontarsi con dei coetanei sulla loro fede o anche non fede. Da allora quindi la cosa bella è scoprire che questi giovani, contattatati per strada, talvolta vivono una vera e propria vita spirituale molto profonda, anche se purtroppo non mettono piede nelle nostre Chiese. Proprio per questo motivo abbiamo cercato di raggiungerli nei luoghi di divertimento per aprire con loro un dialogo e perché potessero raccontare le loro esperienze, fare delle critiche e trovare dei coetanei credenti con cui confrontarsi.
D. – A proposito di critiche ed esigenze dei ragazzi che avvicinate, che cosa vi chiedono, che cosa cercano?
R. – Innanzitutto sono molto contenti che la Chiesa li cerchi e chiedono ai nostri ragazzi come mai credono, perché, nonostante tutti i difetti che può avere la Chiesa, abbiano fatto questa scelta, come vivono la loro vita di preghiera ed anche la morale della Chiesa.
D. – Il Papa ha detto che “se Dio manca, manca la bussola, non si sa dove andare” e poi ha chiesto di portare Dio nella realtà contemporanea. Il timore di proselitismo, il timore di essere presi in giro in un contesto come quello di una spiaggia, che è un posto di svago e di divertimento, non c’è e se c’è come lo affrontate?
R. – La nostra proposta è molto libera. Non vogliamo portare in Chiesa nessuno attraverso un invito esplicito; c’è una Chiesa aperta di notte e Gesù vuole incontrarti e quindi le persone hanno la possibilità d’iniziare un piccolo dialogo di fede. Quelli che entrano - e sono parecchi: in una notte d’estate entrano più di mille giovani dentro la Chiesa – lo fanno con le loro gambe, mossi dalla curiosità o da una certa nostalgia che si risveglia nei loro cuori. Credo che il Papa abbia proprio ragione: oggi occorre portare il Vangelo nei luoghi della vita, attraverso dei testimoni credibili. Non è un prete o una suora che va in strada a parlare, ma è un giovane esattamente come loro, capace di divertirsi, vestito come tutti gli altri giovani, ma lui, nel cuore, ha fatto questa scelta e questo crea davvero una curiosità e da lì inizia un dialogo.
D. – Questo incontro estivo riesce poi ad avere un seguito?
R. – In genere, i gruppi che agiscono in Italia ripetono una volta al mese quest’evangelizzazione e allora lì si possono riscontrare dei bellissimi frutti. Per strada qualcuno viene risvegliato a questa nostalgia di Dio e il mese successivo torna, poi torna un’altra volta. E quindi ora, tra i nostri giovani, abbiamo la gioia di avere ragazzi e ragazze incontrati per strada, totalmente lontani dalla fede e dalla Chiesa, che sono diventati loro stessi evangelizzatori dei loro coetanei e sono anche i più credibili.
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