Korazym - In materia di rispetto della legalità “dobbiamo fare una mea culpa in tutte le regioni italiane, perché non è un problema solo del Sud”: lo ha detto oggi a Roma mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, rispondendo ai giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione della 41ª Marcia per la pace. L'iniziativa si svolgerà a Palermo il 31 dicembre, sul tema “Combattere la povertà, costruire la pace” (come il messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace 2009). L’iniziativa è organizzata dalla Commissione episcopale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace, dalla Caritas italiana e da Pax Christi, in collaborazione con l’arcidiocesi di Palermo. “Il discorso della legalità ci tocca tutti in uguale misura – ha precisato mons. Miglio -, quindi dobbiamo incoraggiarci a vicenda, perché viviamo mali comuni, seppur in situazioni molto diversificate”. La marcia, ha spiegato mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne e presidente di Pax Christi, ha scelto quest’anno Palermo in quanto “ponte tra Nord e Sud, e tra Oriente ed Occidente, con la volontà di rilanciare il dialogo tra culture e religioni e sensibilizzare sui temi della povertà, dei conflitti dimenticati, del cambiamento degli stili di vita”.Dopo il raduno dei partecipanti alle 17.30, alle 18 si svolgerà una preghiera ecumenica presieduta da mons. Miglio. Alle 20.30 è prevista una tavola rotonda su “Lotta alla povertà e solidarietà globale” nella chiesa di S.Domenico e alle 23.30 la celebrazione eucaristica nella cattedrale, presieduta dall’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo. Iniziative analoghe alla marcia della pace si svolgeranno anche in altre diocesi. Mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, ha ricordato i 7 milioni e mezzo di poveri “strutturali” in Italia e “altri 3 milioni e mezzo di persone che sono proprio sulla soglia della povertà: “Con le difficoltà della finanza e dell’economia le povertà si allargheranno. Da anni si fa fatica a cogliere azioni per aiutare le persone a sganciarsi da questo girone infernale, anzi si allarga nel mondo e in Italia la forbice tra pochi ricchi e moltissimi poveri”.
Il direttore della Caritas ha poi elencato le “quattro strutture di peccato” evidenziate nel messaggio papale: “l’abitudine ad uccidere, soprattutto attraverso le guerre; l’abitudine a rubare, come accade attraverso una globalizzazione che moltiplica le ricchezze ma le distribuisce in maniera disuguale; l’abitudine a mentire, ad esempio attraverso la manipolazione dei media e le rappresentazioni conformistiche a vantaggio dei poteri costituiti; l’abitudine a dimenticare i poveri”.
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