sabato, giugno 21, 2008

Dal V Forum Dell'Informazione Cattolica per la Salvaguardia del Creato “Il grido dei poveri e la Salvaguardia del Creato”.

PISTOIA, 21 giugno - “Tra il 20 e il 30 per cento delle piante e degli animali del pianeta sono ad alto rischio di estinzione se la temperatura superficiale atmosferica globale aumenterà di 1,5-2,5 gradi centigradi rispetto al periodo 1988-1999. Senza considerare che anche i “sistemi umani” sono sensibili ai cambiamenti climatici, ed alcuni sono particolarmente vulnerabili, in particolare per quanto riguarda approvvigionamenti, salute, reddito e vita media”. E’ questo il grave monito che, in base ai dati del quarto Rapporto di Valutazione dell’Ipcc del 2007, è stato lanciato da Sergio Castellari, Responsabile dell’Ipcc Focal Point Nazionale, intervenuto durante la seconda giornata del quinto Forum dell’Informazione Cattolica per la Salvaguardia del Creato in corso a Pistoia.

“Il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile - ha sottolineato Castellari - come è ora evidente dalle osservazioni dell’incremento delle temperature globali dell’aria e delle temperature degli oceani,dello scioglimento diffuso di neve e ghiaccio, dell’innalzamento globale del livello del mare. In particolare il riscaldamento dell’artico è doppio rispetto a quello globale dal 1960, con conseguente riduzione dei ghiacci di quell’area”.

Secondo i modelli climatici elaborati dall’Ipcc nei prossimi anni potranno aumentare in modo considerevole gli eventi climatici estremi, con conseguenze negative sui sistemi naturali e umani. “In particolare - ha continuato Castellari - alcuni sistemi naturali, come barriere coralline, ghiacci marini, tundra, foreste boreali, aree montagnose, zone costiere, mangrovie potrebbero essere irrimediabilmente danneggiate. Così come potranno aumentare la mortalità nelle zone urbane (soprattutto degli anziani), i danni ai raccolti, l’estensione della durata e frequenza delle epidemie, diminuzione della resa idrica e i problemi agli allevamenti”.

I paesi in via di sviluppo sono più vulnerabili ad un cambiamento del clima, perché qui gli impatti sono più acuti e le capacità di adattamento più basse. Le proiezioni indicano che in molti paesi la produzione agricola e l’accesso al cibo potranno essere seriamente compromesse dai cambiamenti e dalla variabilità del clima. Questo potrà influire negativamente sulla sicurezza alimentare e sulla malnutrizione. Sono disponibili alcune tecnologie per ridurre le emissioni - ha concluso Castellari - ma determinate scelte politiche ed interventi sono necessari per sviluppare il potenziale tecnologico. I cambiamenti climatici oggi sono diventati un elemento dello sviluppo sostenibile. La vera sfida del nostro tempo è rappresentata dalla gestione sostenibile di un Pianeta in continuo cambiamento”.

Durante la mattinata sono intervenuti anche Luciano Scalettari, giornalista di Famiglia Cristiana che ha presentato una relazione sul traffico dei rifiuti nocivi, Valeria Silvestri e Alessandro Polli, Dottori di Ricerca all’Università “La Sapienza” di Roma, con la relazione “I rifugiati ambientali nei flussi migratori verso l’Europa”. Durante quest’ultima relazione è stato messo in rilievo il fatto che i flussi migratori verso l’Europa dall’Africa sono destinati ad aumentare enormemente nei prossimi anni a causa delle condizioni di vita sempre più gravose determinate dai cambiamenti climatici. Appare pertanto velleitario affrontare, come si sta facendo in questi ultimi tempi, la questione dell’immigrazione soltanto attraverso strumenti normativi che generalizzano e criminalizzano una situazione dai risvolti umani e politici estremamente più complessi.

La sessione pomeridiana, presieduta dal presidente dell’Ucsi Toscana Mauro Banchini, si è aperta con il saluto del Vescovo di Pistoia Mansueto Bianchi e con il messaggio del vice presidente del Senato Vannino Chiti, che ha sottolineato l’importanza dei temi trattati a Pistoia. “Gli argomenti trattati in questo Forum - ha detto tra le altre cose - toccano questioni di fondo del nostro tempo. E’ importante che gli organi di informazione, anche quelli più importanti, ne parlino, perché l’informazione oggi ha una grande influenza e la responsabilità di creare un indirizzo. Ognuno di noi, nel proprio piccolo, deve fare la sua parte, poiché sono i tanti piccoli atti concreti che contribuiscono a formare una cultura. Dobbiamo interrogarci davvero su come cambiare il nostro modello di sviluppo per un futuro sostenibile - ha concluso il Vice Presidente del Senato - prendendo coscienza del limite, il che significa non fare nessun atto che possa provocare conseguenze irreversibili”.

Il messaggio del Vice Presidente del Senato ha introdotto la tavola rotonda di discussione su “Come comunicare il rapporto tra degrado ambientale e povertà”, alla quale hanno partecipato i giornalisti Antonio Brunori, Davide Demichelis, Marco Gisotti, Luciano Scalettari e Angelo Sferrazza.

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