martedì, maggio 15, 2018
Ieri 59 morti a Gaza, un massacro mentre i vertici statunitensi e israeliani festeggiavano l’inaugurazione della nuova sede dell’ambasciata Usa a Gerusalemme. 

NeneNews - E oggi i palestinesi commemorano i 70 anni dalla catastrofe.

AGGIORNAMENTI:

ore 14.15 – Sale a 61 il numero delle vittime di ieri, alle 15 manifestazione a Gaza

E’ prevista alle 15 una manifestazione a Gaza per la Nakba e per la commemorazione delle vittime di ieri, il cui bilancio è salito a 61: sono morti due feriti, Omar Juma Abu Fall, di 30 anni, e Talal Adel Ibrahim Matar, 16.
Oggi si sono tenuti i funerali di molte delle vittime, a cui hanno preso parte in tantissimi. Restano chiusi negozi e uffici pubblici per lo sciopero generale.

ore 12.30 – Studenti protestano all’università di Tel Aviv

ore 12 – Stati Uniti bloccano comunicato del Consiglio di Sicurezza su Gaza

Gli Stati Uniti hanno impedito con il veto l’emissione di una bozza di comunicato del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che chiedeva l’apertura di un’inchiesta indipendente sulla strage di ieri a Gaza:
“Il Consiglio di Sicurezza esprime il suo oltraggio e il suo dolore per l’uccisione di civili palestinesi che esercitvano il diritto alla protesta pacifica – si leggeva nella bozza, visionata dall’Afp – Chiede un’inchiesta indipendente e trasparente sulle azioni per garantire l’individuazione delle responsabilità”.

ore 11.50 – Onu: Diritto a difendersi non giustifica la violenza

Oggi l’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite di Ginevra ga condannato “la sconvolgente violenza letale” da parte delle forze armate israeliane e ha chiesto un’inchiesta indipendente. Il portavoce Colville ha aggiunto che il diritto alla difesa di Israele non è la giustificazione all’uso di forza letale contro palestinesi che si avvicinano a una barriera.

ore 11.15 – Scontri ad Aida, Betlemme. Negozi chiusi per lo sciopero

Fonti palestinesi riportano di scontri in corso nel campo profughi di Aida a Betlemme tra manifestanti ed esercito israeliano. Ci sarebbero due arresti. A Gerusalemme est, Gaza e Cisgiordania tutti i negozi sono chiusi, come gli uffici pubblici, le banche e le scuole. A Ramallah hanno risuonato le sirene a commemorare il giorno della Nakba mentre migliaia di persone stanno manifestando nelle principali città palestinesi. Sotto, immagini da Betlemme di Sahera Dirbas.

della redazione

Gaza/Roma, 15 maggio 2018, Nena News – Cinquantanove morti, il più grande aveva 39 anni il più giovane otto mesi: ieri a Gaza è stato un massacro. Usando cecchini, artiglieria e aviazione l’esercito israeliano ha aperto il fuoco su decine di migliaia di manifestanti negli accampamenti lungo le linee di demarcazione tra la Striscia e Israele. I primi morti sono arrivati già in tarda mattinata a pochi minuti dalla ripresa della Marcia del Ritorno: a fine serata il bilancio è di 59.

Tra loro sei minori, la più piccola aveva otto mesi, Leila al-Ghandour: è morta per l’inalazione di gas lacrimogeni, che sono piovuti a centinaia ben distante dalla barriera, dentro gli accampamenti, alcuni dei quali hanno preso fuoco. Il bilancio potrebbe salire: i feriti sono 2.771, alcuni in condizioni estremamente gravi in un’enclave dove gli ospedali sono al collasso per le carenze strutturali dovute al blocco israeliano, che compie 11 anni, e a causa dell’enorme numero di feriti delle ultime sei settimane di proteste, quasi 10mila.

Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute di Gaza, almeno 1.204 palestinesi sono stati colpiti da proiettili, 79 al collo, 161 alle braccia, 62 alla schiena e al petto, 52 allo stomaco, 1.055 alle gambe. Oltre 200 feriti sono minori, 78 donne.

E oggi, 70esimo anniversario della Nakba, le proteste proseguiranno: se ieri le manifestazioni hanno avuto nel mirino il trasferimento dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, oggi 13 milioni di palestinesi nel mondo commemorano la catastrofe del 1948, l’espulsione di un milione di persone dalle loro terre e la distruzione di circa 530 villaggi da parte delle milizie paramilitari sioniste.

Ieri sera il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, ha dichiarato tre giorni di lutto per la strage di Gaza, mentre comitati popolari e partiti hanno lanciato per oggi lo sciopero generale in tutti i Territori Occupati. E oggi sarà anche il culmine della Marcia del Ritorno, la grande iniziativa popolare lanciata da organizzazioni e comitati della Striscia il 30 marzo scorso, Giornata della Terra.

Giorno di lutto anche in Turchia, su decisione del governo di Ankara che ha ritirato l’ambasciatore da Stati Uniti e Israele dopo il massacro compiuto ieri su civili disarmati, per stessa ammissione dell’esercito israeliano. Eppure la Casa bianca ieri, mentre i suoi rappresentanti festeggiavano a Gerusalemme, non ha espresso alcuna condanna a Tel Aviv, ma al contrario ha attribuito la responsabilità della strage ad Hamas: “Crediamo che Hamas sia responsabile di quanto accade – ha detto il vice segretario alla stampa Raj Shah – Crediamo che Hamas come organizzazione sia impegnato in un’azione cinica che conduce a queste morti. Israele ha il diritto di difendersi”.

Poco chiaro da cosa, visto che di fronte i soldati avevano palestinesi disarmati. Per questa ragione il Sudafrica ieri ha ritirato il proprio ambasciatore da Israele e stamattina l’Economic Freedom Fighters sudafricano ha chiesto all’ambasciatore israeliano di lasciare il paese. Il Kuwait ha invece chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per discutere quanto accaduto ieri nella Striscia. Nena News








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