martedì, maggio 23, 2017
L'arcivescovo di Genova e Presidente della CEI, apre la seconda giornata di lavori della 70ª Assemblea Generale in programma in Vaticano, parlando di Famiglia, Chiesa, Giovani e Società.

di Dario Cataldo

In relazioni sociali sempre più frantumate dalla frenesia, dal mondo virtuale e dal pessimismo verso il futuro, il card. Angelo Bagnasco, nella sua relazione per l'apertura della seconda giornata di lavori della 70ª Assemblea Generale, traccia una via maestra: "l volto dell’uomo che ogni giorno siamo chiamati a scoprire lo contempliamo in Gesù Cristo, volto misericordioso del Padre, fondamento dell’evangelizzazione e della promozione umana, che costituiscono la missione del nostro essere Chiesa".

Partendo da tale presupposto, è possibile affrontare tutti i problemi del quotidiano, come quello dell'occupazione giovanile. Dichiara Bagnasco in un messaggio alle giovani generazioni: "Molte volte abbiamo sollecitato la politica e la società civile perché abbiano una più giusta e concreta attenzione verso di voi: l’educazione integrale, l’accesso al lavoro, l’ascolto della vostra età, leggi che abbiano a cuore il futuro della società – un futuro che siete anzitutto voi stessi –… Tutto questo e altro ancora ci sta a cuore".

A braccio, un'analisi sul "tesoro della famiglia", troppo spesso estromessa dalla politica: "Le famiglie – sul piano sociale – si sentono sostanzialmente abbandonate: sono urgenti politiche familiari consistenti nelle risorse e semplici nelle condizioni e nelle regole. Non sostenere la famiglia è suicida", afferma il Porporato.

Infine un'esortazione a tutti i sacerdoti: "La Chiesa ci manda disarmati, araldi dell’amore in un mondo ferito dall’odio, profeti dello spirito in un mercato della materia, sentinelle attente che scrutano l’orizzonte, eredi di una tradizione viva e annunciatori di un futuro in un mondo senza ieri e senza domani, teso alla conquista del successo presente. Noi - conclude Bagnasco - insieme continueremo a dire con umile audacia: debole è la nostra voce, ma fa eco a quella dei secoli. Voi tutti, uomini che ci ascoltate, la nostra gioia è la più grande di tutte: ha un nome e un volto, che riconducono alla Persona di Gesù Cristo.


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