Via libera di Alitalia alla procedura per la cassa integrazione straordinaria per tutto il personale di terra e di volo della compagnia.
Inizialmente la cassa integrazione riguarderà 828 unità del personale di terra, mentre per quello navigante al posto della CIGS verrà applicato il regime di solidarietà per 190 piloti e 340 assistenti di volta.
di Alessandra Caparello
WSI – “Questa misura, necessaria nell’attuale situazione della compagnia, si inserisce nel pacchetto di misure che Alitalia sta adottando al fine di ridurre tutte le voci di costo e rendere così l’azienda quanto più possibile economicamente sostenibile ed efficiente. La compagnia avvierà in tempi molto rapidi la prevista consultazione con le organizzazioni sindacali, allo scopo di illustrare e discutere le modalità applicative della cigs”.
Così si legge nella nota ufficiale della compagnia di bandiera. Intanto la crisi di Alitalia rischia seriamente di affossare tutti gli scali italiani. Alitalia rischia le ganasce sugli aerei .
Dallo scorso 2 maggio, data di avvio della procedura di amministrazione straordinaria, Alitalia non paga i diritti aeroportuali, ossia le tasse sui movimenti di atterraggio e decollo che in base alla legge ogni aereo è tenuto a versare al gestore dello scalo. Da qui lira degli amministratori degli scali nazionali che minacciano di far ricorso alla legge ribattezzata le ganasce agli aerei (articolo 892, secondo comma, del codice di navigazione).
Tale norma prevede che ogni singolo scalo possa bloccare il jet di una compagnia che si è sottratto al pagamento delle tasse. Come rivela un articolo de Il fatto Quotidiano, il mancato pagamento dei diritti rischia di produrre un effetto domino anche su altri soggetti come i comuni.
“Il 40 per cento delle tasse pagate dagli aerei non va infatti nelle casse degli scali, ma in forme diverse in quelle dei comuni sedi dell’aeroporto e in parte anche in quelle della filiera che gravita intorno ai voli, a partire dai vigili del fuoco. In questo momento le difficoltà maggiori le stanno subendo gli aeroporti più piccoli, quelli che dipendono totalmente dai collegamenti Alitalia, tipo Lampedusa e Pantelleria, per i quali la compagnia di bandiera riceve tra l’altro una sovvenzione milionaria dallo Stato. I mancati pagamenti da parte della compagnia italiana stanno mettendo letteralmente in ginocchio i due minuscoli scali siciliani”.
di Alessandra Caparello WSI – “Questa misura, necessaria nell’attuale situazione della compagnia, si inserisce nel pacchetto di misure che Alitalia sta adottando al fine di ridurre tutte le voci di costo e rendere così l’azienda quanto più possibile economicamente sostenibile ed efficiente. La compagnia avvierà in tempi molto rapidi la prevista consultazione con le organizzazioni sindacali, allo scopo di illustrare e discutere le modalità applicative della cigs”.
Così si legge nella nota ufficiale della compagnia di bandiera. Intanto la crisi di Alitalia rischia seriamente di affossare tutti gli scali italiani. Alitalia rischia le ganasce sugli aerei .
Dallo scorso 2 maggio, data di avvio della procedura di amministrazione straordinaria, Alitalia non paga i diritti aeroportuali, ossia le tasse sui movimenti di atterraggio e decollo che in base alla legge ogni aereo è tenuto a versare al gestore dello scalo. Da qui lira degli amministratori degli scali nazionali che minacciano di far ricorso alla legge ribattezzata le ganasce agli aerei (articolo 892, secondo comma, del codice di navigazione).
Tale norma prevede che ogni singolo scalo possa bloccare il jet di una compagnia che si è sottratto al pagamento delle tasse. Come rivela un articolo de Il fatto Quotidiano, il mancato pagamento dei diritti rischia di produrre un effetto domino anche su altri soggetti come i comuni.
“Il 40 per cento delle tasse pagate dagli aerei non va infatti nelle casse degli scali, ma in forme diverse in quelle dei comuni sedi dell’aeroporto e in parte anche in quelle della filiera che gravita intorno ai voli, a partire dai vigili del fuoco. In questo momento le difficoltà maggiori le stanno subendo gli aeroporti più piccoli, quelli che dipendono totalmente dai collegamenti Alitalia, tipo Lampedusa e Pantelleria, per i quali la compagnia di bandiera riceve tra l’altro una sovvenzione milionaria dallo Stato. I mancati pagamenti da parte della compagnia italiana stanno mettendo letteralmente in ginocchio i due minuscoli scali siciliani”.
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