mercoledì, gennaio 18, 2017
A tre giorni dalla fine del suo mandato, Barack Obama ha deciso di graziare l'ex soldato: sarà liberata il 17 Maggio.

Dopo appelli, petizioni e gli #hugsforChelsea, il presidente Obama, a tre giorni dall'addio alla Casa Bianca, ha deciso di commutare la pena per l'ex soldato Bradley Manning, oggi divenuta Chelsea Elizabeth e in attesa del cambio di sesso. Manning era stata condannata per aver passato decine di migliaia di documenti riservati a Wikileaks riguardanti le guerre in Afghanistan e Iraq e la prigione di Guantanamo. Tra questi il video di una strage compiuta da due elicotteri Apache in Iraq divenuto famoso come "collateral murder".

Condannata, secondo oltre 250 esperti firmatari di una lettera aperta, a condizioni carcerarie durissime, la sua storia ha portato perfino Julian Assange, fondatore di Wikileaks, ad annunciare che sarebbe stato pronto ad accettare l'estradizione negli Stati Uniti, se Obama avesse concesso la grazia al suo informatore. Per la sua liberazione anche Edward Snowden, l'altra "gola profonda" del sistema d'intelligence americano, e di Glen Greenwald, giornalista che per primo parlò con Snowden.


La 29enne si trova da sette anni a scontare una pena a 35 anni, dopo essere stata ritenuta colpevole di 20 capi d'imputazione, incluso spionaggio ed altre tra le accuse più gravi nel codice penale americano. Nel 2013, il soldato Bradley Manning annunciò la volontà di vivere il resto della sua vita come donna, prendendo il nome di Chelsea. Da allora, nella sua cella, di poco più di 7 metri quadrati, nel carcere militare di Fort Leavenworth, Kansas,Chelsea, matricola numero 89289, si è alzata tutti i giorni alle 4:30 del mattino.

"Essere me stessa è un lavoro a tempo pieno", ha scritto al New York Times, tra il lavoro in carcere (cornici e mobili), le lettere e gli avvocati. Nata da padre americano e madre gallese, Manning si arruola nell'esercito giovanissima, e nell'ottobre 2009 viene mandato in servizio in Iraq, dove lavora come analista di intelligence, un'esperienza che segnerà per sempre il soldato.

La vicenda che riguarda Manning risale al 2010 quando venne denunciato dall'hacker a cui aveva confidato di aver fornito a Wikileaks informazioni riservate legate a operazioni militari statunitensi nel Golfo. I dati erano stati raccolti da Manning durante il suo incarico di analista di intelligence in Iraq. Una fuga di notizie che scatenò l'opinione pubblica americana, con l'arresto in Kuwait del soldato ed il suo incarceramento a Quantico, Virginia.

Sette anni in cui la vicenda di Chelsea ha assunto toni drammatici, ai confini del rispetto dei diritti umani, secondo la responsabile per gli Stati Uniti di Human Right Watch, Maria McFarland Sánchez-Moreno, con effetti sulle condizioni psico-fisiche della carcerata, che avrebbe perfino tentato più volte la via del suicidio, l'ultima dopo una settimana passata in isolamento.

In una dichiarazione che accompagnava la sua domanda di grazia, Manning aveva accettato "la responsabilità piena e completa" della sua decisione di passare il materiale a Wikileaks. La whistleblower si è dichiarata colpevole senza cercare di patteggiare perché riteneva che le sue motivazioni – rivelare gli orrori ed errori della guerra – sarebbero stati capiti. Lo scorso mese, dopo quasi sette anni di carcere, oltre 100mila persone hanno firmato la petizione per garantirgli la commutazione della pena.

Da Maggio, per motivi umanitari, Chelsea tornerà libera e vivrà la sua nuova vita, ma il suo nome non verrà dimenticato. Prima ancora di Snowden, infatti, il suo è stato il primo caso, enorme e clamoroso, che ha segnato la storia americana, quella dell'informazione ed il modo in cui i cittadini guardano alla politica internazionale, proprio mentre da quella sponda dell'Atlantico, tutto pare sia pronto a cambiare nuovamente.


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