In qualità di ex ad di Expo, risulta indagato nell'inchiesta sulla 'Piastra dei servizi'. Dai magistrati viene contestata un'ipotesi di falso. Il sindaco si è autosospeso.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è indagato dalla Procura generale milanese in qualità di ex ad ed ex commissario unico di Expo 2015 spa in un'indagine sulla gara d'appalto più rilevante dal punto di vista economico dell'Esposizione Universale. E ha subito deciso di autosospendersi dalla carica: "Determinazione - ha spiegato - che formalizzerò domani mattina nelle mani del Prefetto di Milano". All'ex numero uno di Expo, da quanto si è saputo, viene contestata un'ipotesi di falso.
Così Sala, in una nota: "Apprendo da fonti giornalistiche che sarei iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco".
Riparte dunque l'inchiesta "Piastra dei servizi", sospesa nel 2014 per contrasti nella Procura, con il sostituto pg Felice Isnardi che non solo ha chiesto al gip Lucio Marcantonio di potere andare avanti negli accertamenti per altri 6 mesi, ma ha anche iscritto nuovi nomi nel registro degli indagati. E tra questi Sala.
Nel "contesto di evidenti illegalità" che la GdF aveva fatto emergere già durante il primo filone d'indagine, cinque erano stati i primi nomi ad essere iscritti: gli ex manager Expo Angelo Paris e Antonio Acerbo, l'ex presidente della Mantovani spa Piergiorgio Baita e gli imprenditori Ottaviano ed Erasmo Cinque.
Così, allora, le Fiamme Gialle:"Con gradi di responsabilità diversi attraverso le loro condotte fattive ed omissive hanno comunque contribuito a concretizzare la strategia volta a danneggiare indebitamente la Mantovani (impresa che vinse l'appalto con un ribasso di oltre il 40%, ndr) per tutelare e garantire, si ritiene, più che la società Expo 2015 Spa il loro personale ruolo all'interno della stessa".
Baita, in un verbale, spiegava:"C'era una forte spinta politico-amministrativa per far abbandonare alla Mantovani l'appalto", perché la gara avrebbe dovuto essere vinta dall'associazione temporanea di imprese "a guida Pizzarotti denominata nell'ambiente 'Ati Formigoni' in quanto erano presenti componenti di Comunione Liberazione".
Sala sarebbe entrato in scena dopo l'aggiudicazione alla Mantovani con massimo ribasso. Secondo l'ex dg di Infrastrutture Lombarde spa Antonio Rognoni, l'attuale sindaco meneghino avrebbe detto al manager che "non avevano tempo per potere" verificare la congruità dei "prezzi che erano stati stabiliti da Mantovani" nel corso dell'esecuzione del contratto con l'inserimento di costi aggiuntivi, e "per verificare se l'offerta era anomala o meno".
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è indagato dalla Procura generale milanese in qualità di ex ad ed ex commissario unico di Expo 2015 spa in un'indagine sulla gara d'appalto più rilevante dal punto di vista economico dell'Esposizione Universale. E ha subito deciso di autosospendersi dalla carica: "Determinazione - ha spiegato - che formalizzerò domani mattina nelle mani del Prefetto di Milano". All'ex numero uno di Expo, da quanto si è saputo, viene contestata un'ipotesi di falso.
Così Sala, in una nota: "Apprendo da fonti giornalistiche che sarei iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco".
Riparte dunque l'inchiesta "Piastra dei servizi", sospesa nel 2014 per contrasti nella Procura, con il sostituto pg Felice Isnardi che non solo ha chiesto al gip Lucio Marcantonio di potere andare avanti negli accertamenti per altri 6 mesi, ma ha anche iscritto nuovi nomi nel registro degli indagati. E tra questi Sala.
Nel "contesto di evidenti illegalità" che la GdF aveva fatto emergere già durante il primo filone d'indagine, cinque erano stati i primi nomi ad essere iscritti: gli ex manager Expo Angelo Paris e Antonio Acerbo, l'ex presidente della Mantovani spa Piergiorgio Baita e gli imprenditori Ottaviano ed Erasmo Cinque.
Così, allora, le Fiamme Gialle:"Con gradi di responsabilità diversi attraverso le loro condotte fattive ed omissive hanno comunque contribuito a concretizzare la strategia volta a danneggiare indebitamente la Mantovani (impresa che vinse l'appalto con un ribasso di oltre il 40%, ndr) per tutelare e garantire, si ritiene, più che la società Expo 2015 Spa il loro personale ruolo all'interno della stessa".
Baita, in un verbale, spiegava:"C'era una forte spinta politico-amministrativa per far abbandonare alla Mantovani l'appalto", perché la gara avrebbe dovuto essere vinta dall'associazione temporanea di imprese "a guida Pizzarotti denominata nell'ambiente 'Ati Formigoni' in quanto erano presenti componenti di Comunione Liberazione".
Sala sarebbe entrato in scena dopo l'aggiudicazione alla Mantovani con massimo ribasso. Secondo l'ex dg di Infrastrutture Lombarde spa Antonio Rognoni, l'attuale sindaco meneghino avrebbe detto al manager che "non avevano tempo per potere" verificare la congruità dei "prezzi che erano stati stabiliti da Mantovani" nel corso dell'esecuzione del contratto con l'inserimento di costi aggiuntivi, e "per verificare se l'offerta era anomala o meno".
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