martedì, novembre 15, 2016
Il Presidente della Repubblica delle Filippine, lancia un avvertimento chiaro: se il sedicente Stato islamico varca i confini nazionali saranno ignorati gli obblighi sui diritti umani.

di Dario Cataldo

Rodrigo Duterte, conosciuto in patria per via della rigida politica di ordine pubblico e la scarsa tolleranza contro le organizzazioni criminali, si è guadagnato di recente l'appellativo di "Donald Trump delle Filippine". Duro contro il terrorismo, avverte il popolo a stare pronti ad eventuali minacce islamiche.

Dichiara il Politico: "Una volta che i terroristi mediorientali saranno privati del territorio, del rifugio dove ripararsi, andranno in altri luoghi e potrebbero venire qui e dobbiamo prepararci per questa evenienza. Ricordate - continua il Presidente - che questi non hanno la benché minima idea di ciò che noi chiamiamo diritti umani, credetemi. Semplicemente, non voglio permettere che la mia gente venga macellata per il bene dei diritti umani, sarebbe una follia".

Il suo modo risoluto e diretto contro il crimine organizzato, ha spesso scatenato le proteste degli attivisti e dei governi occidentali, giudicando la sua politica troppo dura quando si tratta di applicare i diritti umani. Si ricorda quando Duterte ha quasi interrotto i rapporti con l’amministrazione Obama, a causa della troppa flessibilità in politica estera del Presidente statunitense. A seguito della vittoria di Trump, il Politico originario di Maasin si è detto pronto a cooperare con la nuova presidenza.


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