mercoledì, novembre 02, 2016
Di ritorno dalla Svezia, la precisazione che sviluppa e amplia un pensiero di attuale importanza. Migranti e rifugiati non vivono la stessa condizione.

di Dario Cataldo

Una differenza chiara in merito alle politiche di accoglienza, una distinzione che apre uno scenario che i detrattori di Papa Francesco, forse non si aspettavano. Di ritorno dall'esperienza svedese, il Sommo Pontefice afferma: " "Si deve distinguere tra migrante e rifugiato; il migrante viene trattato con certe regole e che invece il rifugiato viene da una situazione di guerra, di angoscia, terribile, lo status del rifugiato ha bisogno di più cura".

L'accoglienza ai migranti è ammissibile nella misura in cui esistono disponibilità e pianificazione, sintetizza Papa Bergoglio, il quale ammette: "L'Europa si è fatta di migrazioni, in questo senso i paesi che chiudono le frontiere credo che in teoria non si può chiudere il cuore a un rifugiato, ma serve anche la prudenza dei governanti: devono essere molto aperti a ricevere ma anche fare il calcolo di come poter sistemarli, perché non solo un rifugiato lo si deve ricevere, ma lo si deve integrare e se un paese ha una capacità carente, diciamo così di integrazione, faccia fino a questo, altro di più, altro di più, ma sempre il cuore aperto: non è umano chiudere le porte, non è umano chiudere il cuore, e alla lunga questo si paga, si paga politicamente come anche si può pagare politicamente una imprudenza nei calcoli, ricevere più di quelli che si possono integrare".


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