lunedì, ottobre 17, 2016
E’ cominciata l’offensiva annunciata del premier iracheno al Abadi per liberare Mosul dallo Stato Islamico.

Radio Vaticana - I miliziani curdi Peshmerga hanno già conquistato otto villaggi e sono arrivati a sette chilometri dalla periferia di Mosul. All’offensiva partecipano oltre all’esercito di Baghdad anche i miliziani sciiti e i curdi, coadiuvati dai raid aerei e dai bombardamenti della coalizione a guida Usa. L’operazione è la più vasta in Iraq dal ritiro delle truppe statunitensi nel 2011. E se si concluderà con un successo sarà il colpo più duro finora inflitto al Califfato. Il servizio di Marco Guerra: ascolta

Caccia della coalizione internazionale a guida Usa stanno bombardando il centro di Mosul, mentre continua l'offensiva delle forze curde e irachene a pochi chilometri della città. Lo riferisce la tv curda Rudaw, aggiungendo che i peshmerga hanno già riconquistato tutti i villaggi che erano stati loro assegnati. Al Jazira parla di milizie curde arrivate a sette chilometri dalla periferia est delle seconda città irachena, mentre le truppe governative avanzano da sud; la tv panaraba racconta anche di forze speciali americane sul terreno. La battaglia per Mosul vede impegnati anche 3000 miliziani sunniti addestrati dalla Turchia, con Erdogan che insiste: “Non possono escluderci da questa offensiva”.

Allarme Onu per un milione di persone
Curdi e Sciiti resteranno comunque fuori dal centro abitato, per evitare di acuire lo scontro interconfessionale. Ad entrare, ha garantito il premier Abadi, sarà "l’armata irachena” che vede impegnati 25.000 effettivi. Saranno necessarie "probabilmente settimane e forse anche di piu'", per strappare all'Is il controllo della città, ha detto in mattinata il comandante delle forze Usa impegnate in Iraq contro l’Is. "Potrebbe rivelarsi una battaglia lunga e difficile - ha proseguito - ma gli iracheni sono preparati e noi staremo al loro fianco”. In tutti i casi, la battaglia per Mosul sarà un crocevia per la sopravvivenza dello Stato Islamico. La città, che conta quasi due milioni di abitanti, è il centro più importante del Califfato dopo la capitale Raqqa. L'operazione comporta seri rischi umanitari: secondo l'Onu, circa un milione di persone potrebbero ad abbandonare le loro case, e l’ong evidenziano il rischio che i civili siano usati come scudi umani dai jihadisti.


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