lunedì, ottobre 24, 2016
Sono ancora vivi gli echi delle polemiche generate dalla decisione di Facebook di censurare l'iconica fotografia in apertura, simbolo dell'atrocità della guerra in Vietnam, e in senso più ampio, di tutte le guerre.

HD blog - Ad alcune settimane di distanza del provvedimento (adottato all'inizio di settembre), i gestori del popolare social network annunciano che nelle prossime settimane saranno progressivamente allentate le maglie della censura applicata ai contenuti diffusi tramite il popolare social network e che sarà consentita la pubblicazione di post e foto contrarie agli standard della community, purché degne di nota per l'interesse pubblico
Nelle prossime settimane, consentiremo un maggior numero di argomenti che gli utenti ritengono degni di nota, significativi o importanti per l'interesse pubblico - anche se potrebbero comunque violare i nostri standard".

Il caso della foto di Phan Thi Kim Phuc - la bambina che scappa senza indumenti dal villaggio di Trang Bang, bombardato con il napalm (foto scattata dal fotografo di AP Nick Ut nel 1972) è emblematica nel sintetizzare i contorni della vicenda. Da un lato, le regole della community di Facebook sanzionano la condivisione di foto di persone completamente nude, dall'altra il valore iconografico dell'immagine, ufficialmente riconosciuto, va oltre il contenuto. Si ricorda che la foto era stata inserita in un post dello scrittore norvegese Tom Egeland, intitolato, "Sette fotografi che hanno cambiato la storia della guerra". Anche il post era stato rimosso.

In casi come quello appena citato, Facebook potrebbe adottare, in futuro, posizioni meno intransigenti, frutto della meccanica applicazione di un algoritmo che filtra immagini e relativi post contrari alle regole. Il compito, naturalmente, non è agevole: è infatti difficile non ledere la sensibilità di alcuni membri di una community che conta oltre un miliardo di utenti. I gestori di Facebook, per raggiungere lo scopo ed in collaborazione con la community e con i partner, stanno sviluppando nuovi strumenti per filtrare i contenuti che potrebbero comprendere tool per consentire la condivisione dei messaggi rilevanti, senza necessariamente imporne la visualizzazione a chi preferisce non farlo. In altri termini, non una censura a monte, ma un'opzione lasciata al singolo utente.

Il provvedimento annunciato da Facebook non implica, quindi, il venir meno di qualsiasi forma di censura, né tantomeno implica un diffuso abbassamento della guardia nei confronti della condivisione di contenuti contrari alle norme della community. Al contrario, Facebook chiede la collaborazione di esperti, editori, giornalisti, fotografi e funzionari di polizia per monitorare i contenuti e decidere quali censurare e quali, al contrario, consentire. I frutti della recente presa di posizione di Facebook si vedranno progressivamente nelle prossime settimane.


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