lunedì, settembre 19, 2016
Si chiama Ahmad Khan Rahami, di origine afgana, ed è ricercato per la bomba di sabato notte. L'Fbi ha lanciato la caccia all'uomo in tutto il paese. Il sindaco De Blasio, alla Abc, ha parlato di "atto di terrorismo", una pista che era stata inizialmente smentita.

La polizia ha diffuso l'identikit di un uomo collegato all'esplosione di Chelsea, a Manhattan. Il nome del ricercato è Ahmad Khan Rahami,  28 anni, afghano naturalizzato americano, ed è di Elizabeth, New Jersey, dove nella notte di ieri era stato ritrovato uno zaino carico di esplosivo. Il sospetto, ha detto il sindaco di New York, Bill de Blasio, "è armato e pericoloso". Si tratterebbe dell'uomo visto nel video dell'esplosione di cui la polizia era entrata in possesso ieri.

Mentre via via si fa più concreta la pista terroristica, diversi funzionari di polizia temono che una cellula attiva composta da molteplici attori possa essere al lavoro nell'area di New York e New Jersey. Ad ammetterlo è lo stesso sindaco, che ai microfoni della Abc ha detto che le indagini portano verso la conclusione che si sia trattato di un "atto terroristico", dopo aver inizialmente preferito evitare di definirlo in questo modo, cercando così di favorire lo svolgimento delle indagini. Una punto di vista condiviso anche dal governatore Andrew Cuomo.

Secondo il bulletin diffuso dall'Fbi, si chiede aiuto nel "localizzare Ahmad Khan Rahami, ricercato per essere interrogato in relazione all'esplosione del 17 settembre a New York", con tanto di foto dell'uomo ed una dettagliata descrizione fisica. Chiunque sia in possesso di informazioni riguardo a Rahami viene esortato a contattare l'Fbi, la polizia locale e "l'ambasciata o consolato americano più vicino".

L'annuncio da parte delle autorità newyorkesi dell'identificazione del sospetto è arrivato soltanto dopo la notizia di un raid compiuto dai federali e dalla ATF in un edificio di Elizabeth, vicino a dove la notte scorsa sono stati trovati cinque ordigni esplosivi, nei pressi della stazione della cittadina del New Jersey. Secondo quanto riporta il Washington Post, la famiglia Rahami vive e lavora in quell'edificio. Tuttavia, è ancora da verificare l'eventuale collegamento del sospettato con gruppi militanti internazionali o del suo Paese di origine.


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