mercoledì, settembre 14, 2016
Se l'operazione, più un'Ipo che una ricapitalizzazione, nonché il terzo piano di salvataggio in tre anni, fallisse, il problema finirebbe sulle spalle del governo. 

WSI - I grandi giornali non ne parlano ma, senza sorprese, il Monte dei Paschi di Siena sta facendo fatica a trovare investitori. Il settore privato sarebbe infatti riluttante a metter i soldi necessari per l’aumento di capitale da cinque miliardi di euro previsto, pari a oltre cinque volte la capitalizzazione attuale della travagliata banca. In pratica si tratta più di un’Ipo più che di una ricapitalizzazione. Le difficoltà a trovare capitali freschi per la banca di Siena, la più antica al mondo, giungono peraltro in un momento alquanto delicato per l’istituto.

I titoli stanno perdendo terreno anche oggi in Borsa in attesa della nomina del nuovo amministratore delegato. Dopo che la Bce ha approvato il piano di rilancio di Mps, tra gli investitori aleggia un certo nervosismo in attesa di conoscere il nome del nuovo amministratore delegato. A essere cooptato dovrebbe essere Marco Morelli, numero uno di Bank of America Merrill Lynch in Italia e volto noto a Mps, visto che il manager è stato a Siena dal 2003 al 2010 ricoprendo varie cariche tra cui anche la controversa operazione di acquisto di Antonveneta. Morelli è stato indagato, prima dell’archiviazione, per l’operazione fresh, il prestito convertibile da 1 miliardo di euro, in parte collegato all’acquisizione di Antonveneta.

Problema Mps rischia di cadere su spalle governo 
Tornando alla cronaca di questi giorni, secondo alcuni gestori citati da Reuters e secondo una fonte contattata dall’agenzia stampa a conoscenza del dossier, “gli investitori sono riluttanti a sostenere l’aumento di capitale” di Mps, necessario per riportare i livelli patrimoniali su livelli decenti dopo la cessione con cartolarizzazione di oltre 9 miliardi di euro di crediti deteriorati. Il principale deterrente per gli investitori è proprio, secondo i quattro fondi europei citati da Reuters, la montagna di 45 miliardi di euro di crediti deteriorati.

Da quando in luglio è stato annunciato l’aumento di capitale, la terza ricapitalizzazione in tre anni, “sono stati sondati centinaia di investitori ma l’interesse è tiepido”, stando a quanto reso noto dalla fonte. Il piano di salvataggio, che dovrebbe avvenire tutto con mezzi privati per evitare di violare le norme sugli aiuti di stato europee, sembra quindi “probabilmente destinato a slittare all’inizio del 2017“. Doveva chiudersi invece entro fine anno. Se poi il terzo piano di salvataggio in tre anni dovesse fallire, “il problema finirebbe sulle spalle del governo“. La banca, che al momento cede l’1,75% a 0,2245 euro a Piazza Affari (segui live blog), capitalizza circa 679 milioni di euro e, come ricorda Reuters, “ha perso finora tutti gli otto miliardi dei due aumenti varati dal 2014″ a oggi.


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