Fallito il negoziato, ad annunciarlo il vice-cancelliere e ministro dell’Economia tedesco, Sigmar Gabriel. Manca l'intesa su ogni punto: "Non possiamo accettare supinamente le richieste americane".
Sono di fatto falliti definitivamente i negoziati fra Stati Uniti ed Unione Europea per il trattato di libero scambio TTip. Ad annunciarlo, alla rete televisiva tedesca Zdf, il vice-cancelliere e ministro dell'Economia tedesco Sigmar Gabriel: "Non ci sarà più alcun passo avanti, anche se nessuno lo vuole ammettere veramente". A mancare è stata la volontà delle parti di scendere davvero a patti, tanto che in ben 14 colloqui non si è trovato accordo neppure su uno dei 27 punti prestabiliti.
Avviati nel 2013, i negoziati non hanno mai avuto vita facile; temuti come strumento unilateralmente americano, essi hanno incontrato scarso riscontro fra la popolazione e molte perplessità nei governi tedesco e francese.
Un fallimento annunciato, anche alla luce delle parole dei candidati alla Casa Bianca. Sia Trump che la Clinton hanno più volte espresso "dubbi e preoccupazioni" (nel migliore dei casi) verso l'accordo. Un passo indietro causato da una campagna elettorale in cui i due candidati hanno promesso un ritorno di manodopera e di proteggere la working class americana impoverita.
Anche in Europa, in realtà, si attendono le elezioni francesi e tedesche del 2017, così, con la mancanza di un mandato forte da parte degli attuali governi delle principali potenze continentali, hanno avuto la meglio le linee attendiste ed "elettoralmente" spendibili, in nome della tutela dei posti di lavoro e dell'ambiente. Soltanto lo scorso maggio, il presidente Francois Hollande aveva detto: "Noi non siamo per il libero scambio senza regole. Non accetteremo mai la messa in discussione dei principi essenziali per la nostra agricoltura, per la nostra cultura, per la reciprocità nell'accesso al mercato pubblico".
Sono di fatto falliti definitivamente i negoziati fra Stati Uniti ed Unione Europea per il trattato di libero scambio TTip. Ad annunciarlo, alla rete televisiva tedesca Zdf, il vice-cancelliere e ministro dell'Economia tedesco Sigmar Gabriel: "Non ci sarà più alcun passo avanti, anche se nessuno lo vuole ammettere veramente". A mancare è stata la volontà delle parti di scendere davvero a patti, tanto che in ben 14 colloqui non si è trovato accordo neppure su uno dei 27 punti prestabiliti.
Avviati nel 2013, i negoziati non hanno mai avuto vita facile; temuti come strumento unilateralmente americano, essi hanno incontrato scarso riscontro fra la popolazione e molte perplessità nei governi tedesco e francese.
Un fallimento annunciato, anche alla luce delle parole dei candidati alla Casa Bianca. Sia Trump che la Clinton hanno più volte espresso "dubbi e preoccupazioni" (nel migliore dei casi) verso l'accordo. Un passo indietro causato da una campagna elettorale in cui i due candidati hanno promesso un ritorno di manodopera e di proteggere la working class americana impoverita.
Anche in Europa, in realtà, si attendono le elezioni francesi e tedesche del 2017, così, con la mancanza di un mandato forte da parte degli attuali governi delle principali potenze continentali, hanno avuto la meglio le linee attendiste ed "elettoralmente" spendibili, in nome della tutela dei posti di lavoro e dell'ambiente. Soltanto lo scorso maggio, il presidente Francois Hollande aveva detto: "Noi non siamo per il libero scambio senza regole. Non accetteremo mai la messa in discussione dei principi essenziali per la nostra agricoltura, per la nostra cultura, per la reciprocità nell'accesso al mercato pubblico".
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