martedì, luglio 05, 2016
Alla fine di una lunga indagine, la Fbi assolve l'ex first lady, ma il giudizio è di "estrema negligenza" nella gestione della sua posta privata. Polemico il magnate repubblicano.

Secondo il direttore Fbi, James Comey, non esisterebbe alcun "procuratore ragionevole" che metterebbe sotto giudizio Hillary Clinton. Parole che fanno tirare un grosso sospiro di sollievo allo staff dell'ex Segretario di Stato, proprio nel giorno in cui per la prima volta anche il Presidente Barack Obama si espone in suo favore in Nord Carolina, ma che aizzano la fiamma della polemica con Donald Trump.

Non si tratta però di un'assoluzione totale, dopo quasi un anno di indagini sulla casella di posta elettronica della Cinton, infatti, il Federal Bureau of Investigation ha trovato diverse cose che non andavano fatte, dimostrando la "estrema negligenza" della candidata democratica nell'utilizzo della sua mail privata.

Sono 110 le email inviate o ricevute dai server di Hillary Clinton che contenevano "informazioni classificate", sulle 30mila totali, perlopiù relative agli attacchi al consolato Usa di Bengasi nel 2012. E la "negligenza", sua o del suo staff (su cui ha riversato tutta la colpa) resta comunque un fatto grave ed un danno alla sua campagna elettorale. Soprattutto agli occhi di un'opinione pubblica che non ha mai amato la sua arroganza.

L'indagine era partita quando l'ispettore generale per le agenzie di intelligence aveva inviato una nota al Dipartimento di Giustizia, sostenendo di aver trovato informazioni "classificate" in un piccolo campione di email che Hillary Clinton aveva inviato e ricevuto senza attenersi alle regole del Dipartimento di Stato.

"Il sistema è truccato". L'assoluzione da parte del Bureau ha fatto immediatamente scattare all'attacco il candidato repubblicano Donald Trump, che ha accusato tramite i social la concorrente di essere "corrotta" e di aver "compromesso la sicurezza nazionale".


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