Ha un anno, ma pesa come un neonato. Il giudice dispone l'affidamento al Policlinico San Donato, dove era ricoverato per risolvere una patologia congenita al cuore.
A un anno pesa appena quanto un neonato di 3 mesi, mentre i valori sballati dei suoi esami del sangue indicavano una condizione ai limiti della sopravvivenza. Un quadro clinico gravissimo la cui causa, secondo i medici, non sarebbe da ascriversi soltanto alla patologia cardiaca congenita per cui il bambino è stato operato, ma anche per la rigida dieta vegana a cui i genitori lo avevano sottoposto.
Ora il bimbo sta meglio, dopo l'intervento eseguito all'Irccs Policlinico San Donato a cui il giudice ha affidato temporaneamente la patria potestà del bambino, finito all'attenzione del Tribunale per minorenni di Milano dopo essere stato visitato prima dall'ospedale Fatebenefratelli del capoluogo lombardo e dal Buzzi.
Il piccolo, papà indiano e mamma italiana, era, infatti, già stato sottoposto ad alcune visite: ci era ritornato sabato 2 luglio, dopo essere passato dal Buzzi per una consulenza cardiologica e ancora prima dal Fatebenefratelli, dove era stato sottoposto a degli esami del sangue.
Una situazione insolita, tale da spingere i sanitari a convocare i genitori per affrontare insieme la situazione. Dapprima i due avrebbero ordinato di non somministrare in alcun modo latte e latticini, poi avrebbero fatto sapere che non avrebbero collaborato, riportando il figlio a casa.
L'impossibilità di stabilire un dialogo ha comportato la segnalazione al Tribunale per i minorenni che ha disposto il ricovero, attivando l’ufficiale giudiziario per prelevare il bambino da casa e riportarlo nella struttura, come stabilito dall'articolo 403 del codice civile.
A detenere per l’ospedale la patria potestà del bimbo sarà ora il pediatra di turno presso l’Irccs sabato scorso, che preferisce restare anonimo. L’affido alla struttura durerà presumibilmente fino alle dimissioni, dopodiché verrà dato ai nonni o a una comunità madre-figlio.
È il primo caso di questo tipo a Milano dopo quelli balzati sulle cronache nazionali. L’ultimo è successo giorni fa a Genova, prima a Firenze e Belluno. "Si impone una riflessione sui regimi alimentari non comuni, anche se in questo caso a complicare il quadro c’è la malformazione cardiaca", riflette Luca Bernardo, direttore della pediatria al Fatebenefratelli. "Non è un problema la scelta di forme di nutrizione diverse o inusuali, e noi certo non entriamo nel merito della decisione — conclude —. Ma allora il bambino, dalla nascita, deve essere accompagnato con integrazioni, nella fattispecie di calcio e di ferro".
A un anno pesa appena quanto un neonato di 3 mesi, mentre i valori sballati dei suoi esami del sangue indicavano una condizione ai limiti della sopravvivenza. Un quadro clinico gravissimo la cui causa, secondo i medici, non sarebbe da ascriversi soltanto alla patologia cardiaca congenita per cui il bambino è stato operato, ma anche per la rigida dieta vegana a cui i genitori lo avevano sottoposto.
Ora il bimbo sta meglio, dopo l'intervento eseguito all'Irccs Policlinico San Donato a cui il giudice ha affidato temporaneamente la patria potestà del bambino, finito all'attenzione del Tribunale per minorenni di Milano dopo essere stato visitato prima dall'ospedale Fatebenefratelli del capoluogo lombardo e dal Buzzi.
Il piccolo, papà indiano e mamma italiana, era, infatti, già stato sottoposto ad alcune visite: ci era ritornato sabato 2 luglio, dopo essere passato dal Buzzi per una consulenza cardiologica e ancora prima dal Fatebenefratelli, dove era stato sottoposto a degli esami del sangue.
Una situazione insolita, tale da spingere i sanitari a convocare i genitori per affrontare insieme la situazione. Dapprima i due avrebbero ordinato di non somministrare in alcun modo latte e latticini, poi avrebbero fatto sapere che non avrebbero collaborato, riportando il figlio a casa.
L'impossibilità di stabilire un dialogo ha comportato la segnalazione al Tribunale per i minorenni che ha disposto il ricovero, attivando l’ufficiale giudiziario per prelevare il bambino da casa e riportarlo nella struttura, come stabilito dall'articolo 403 del codice civile.
A detenere per l’ospedale la patria potestà del bimbo sarà ora il pediatra di turno presso l’Irccs sabato scorso, che preferisce restare anonimo. L’affido alla struttura durerà presumibilmente fino alle dimissioni, dopodiché verrà dato ai nonni o a una comunità madre-figlio.
È il primo caso di questo tipo a Milano dopo quelli balzati sulle cronache nazionali. L’ultimo è successo giorni fa a Genova, prima a Firenze e Belluno. "Si impone una riflessione sui regimi alimentari non comuni, anche se in questo caso a complicare il quadro c’è la malformazione cardiaca", riflette Luca Bernardo, direttore della pediatria al Fatebenefratelli. "Non è un problema la scelta di forme di nutrizione diverse o inusuali, e noi certo non entriamo nel merito della decisione — conclude —. Ma allora il bambino, dalla nascita, deve essere accompagnato con integrazioni, nella fattispecie di calcio e di ferro".
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