lunedì, aprile 04, 2016
E’ stato inaugurato a Gravina, in Puglia, con il nome di Philoxenia, un centro d’accoglienza notturna per offrire ospitalità a persone in difficoltà e migranti.

Radio Vaticana - La struttura, su iniziativa di mons. Giovanni Ricchiuti, arcivescovo di Gravina-Acquaviva delle Fonti, è stata adibita al primo piano dell’Episcopio, comprende 15 posti letto e vuole essere un segno permanente del Giubileo della Misericordia, come chiede Papa Francesco. Ascoltiamo mons. Ricchiuti al microfono di Tiziana Campisi: ascolta

R. – Ho lanciato questa proposta, questa idea: quella di adibire a centro di accoglienza notturna il primo piano dentro al Palazzo vescovile, perché il problema riguarda persone che ad esempio dormono in macchina tutte le notti o qualche marito separato che non aveva dove poter dormire. Queste notizie le avevo anche attinte visitando la mensa della Caritas qui a Gravina; e così abbiamo fatto una richiesta a Caritas italiana per venirci incontro e riadattare questi ambienti.

D. – Da un’ala dell’episcopio di Gravina a "Philoxenia"…

R. – Ho preso la parola dalla Prima Lettera dell’Apostolo Pietro, quando quest’ultimo invita i cristiani ad essere ospitali gli uni verso gli altri. "Philoxenia" etimologicamente significa: “Amico del forestiero”. Abbiamo inaugurato questo centro dopo il restauro anche sulla base delle normative vigenti. Il centro di accoglienza notturna è al momento riservato agli uomini; poi in futuro si penserà anche ad altro.

D. – Come funziona questo centro di accoglienza?

R. – Lo abbiamo affidato ad una associazione che si chiama “Il buon samaritano”. Ho voluto che, a cominciare dalla casa del vescovo, ci fosse un segnale per venire incontro a non poche necessità: un appello rivolto sia ai religiosi presenti con le loro strutture qui in diocesi sia alle famiglie.

D. – I fedeli come hanno accolto "Philoxenia"?

R. – L’eco è stata molto bella. Penso che tutto questo contribuirà anche ad aprire le porte delle case, non dico per un’accoglienza notturna, perché forse in molte case non c’è questa possibilità; ma per cercare davvero di accogliere, soprattutto nei nuclei familiari, questi bisogni ed esigenze. Perché è necessario coinvolgersi un po’ di più personalmente, senza delegare alle mense o all’Emporio della carità. Sì, queste ultime sono strutture molto belle perché donano talvolta anche privacy e discrezione, ma sarebbe auspicabile e molto bello se le nostre case, proprio quelle delle nostre famiglie, cominciassero ad aprirsi un po’ di più a questa modalità di fare la carità.

D. – Quante persone fino ad ora si sono accostate al centro di accoglienza notturna?

R. – Fino ad oggi abbiamo ricevuto otto domande. Queste stanno aumentando di giorno in giorno, ma oltre le 15 non possiamo andare, perché il centro non può contenerne di più. Le stanzette sono molto belle, confortevoli, dotate di tutti i servizi: bagno, doccia e anche servizi per portatori di handicap, con bagni a norma. Molti di loro sono immigrati che vivono in case fatiscenti e in condizioni non proprio belle e per questo hanno fatto richiesta. Adesso il “Buon samaritano”, insieme ai loro collaboratori, stanno esaminando le richieste cosicché si cominci ad accogliere. Il centro di accoglienza notturno dà ospitalità dalle 20 della sera alle 8 del mattino. Si offrirà la colazione; in genere poi sono anche persone che vanno a lavorare e a mezzogiorno trovano la mensa della carità. Anche per i loro bisogni, come gli indumenti, c’è l’Emporio della carità sempre qui a Gravina. Insomma, abbiamo messo su questa rete – davvero – di carità.

D. – Quale messaggio vuole dare ai suoi fedeli attraverso queste opere?

R. – Il messaggio è che la diocesi e la Chiesa che è qui devono dare una testimonianza semplice, ma efficace, trasparente, di quanto celebra nell’Eucarestia: condividere, spezzare il pane, che è Cristo – pane per la nostra vita cristiana – che deve essere accompagnato da una condivisione soprattutto con i più poveri e i più bisognosi.


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