lunedì, aprile 04, 2016
Dopo aver sperperato al gioco i soldi frutto della raccolta destinata ai rifugiati provenienti dal Medio Oriente, si autodenuncia e viene sospeso dalle autorità religiose. 

di Dario Cataldo 

Quando il potere temporale si mescola o si sostituisce a quello spirituale, i risultati non sono mai dei migliori. È quanto successo in Canada, al sacerdote caldeo, Amer Saka, che in possesso di 500 mila dollari canadesi, frutto di una raccolta fondi per i profughi siriani e iracheni, ha sperperato tutto al gioco. Tra gioco d'azzardo e lotterie, ha bruciato una ingente somma di denaro destinata ai più bisognosi. Conscio della gravità della situazione, si è autodenunciato al Vescovo locale, Emanuel Shaleta.

Interviene anche il Patriarcato di Babilonia dei Caldei, il quale onde evitare strumentalizzazioni ha sospeso dalle attività sacerdotali il religioso.

Misure disciplinari sono state intraprese anche dalle autorità civili dell'eparchia caldea di Mar Adday a Toronto, a cui fa capo la tutela pastorale dei cristiani caldei residenti in Canada. In una comunicato, il Patriarcato fa sapere che le vicende di un singolo caso “non possono essere preso a pretesto per accusare in maniera indistinta tutti i sacerdoti”. La fragilità è una componente dell'uomo; le autorità religiose hanno preso atto del pentimento di Amer Saka, ma nello stesso tempo non potevano sorvolare sull'accaduto.

Nel documento si “esprime fiducia nelle indagini intraprese e si ribadisce la necessità di trovare forme adeguate per curare la formazione permanente del clero e seguire la crescita spirituale e pastorale dei sacerdoti in tutte le diocesi”.

Dai richiami papali, nei quali si esorta a non sottovalutare il ruolo sacerdotale perché esso “è una missione, non una professione o un business”, si evince quanto necessario sia l'impegno nell'esercizio della guida pastorale.

Come aveva ammonito già in passato il Primate della Chiesa Caldea, in riferimento a casi di sacerdoti negligenti che “non predicano o, quando lo fanno, trasformano le loro omelie in insulti o in richieste di soldi”, la situazione impone particolare attenzione, che sia al passo con i tempi, in cui ogni pretesto è buono per attaccare la Chiesa e le sue fondamenta.


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