sabato, aprile 09, 2016
L'esercito siriano e le formazioni ribelli che hanno sottoscritto il cessate il fuoco in vigore dal 27 febbraio, lo stanno generalmente rispettando. Gli sforzi sembrano concentrarsi contro ISIS e al Nusra sotto la supervisione degli Stati Uniti e della Russia, in una sorta di divisioni di ruoli. La novità è che in alcuni casi si collabora, e ci si aiuta nella lotta contro i terroristi di ISIS ed al Nusra.

di Patrizio Ricci

Il giornale libanese Almasdar News riferisce che l'altro ieri, per la prima volta dall'inizio del conflitto, l'esercito arabo siriano (SAA) e le forze ribelli collaborano per far fronte alla minaccia comune dello Stato Islamico dell'Iraq e Al-Sham (ISIS) nella zona della capitale.

L'esercito siriano ha consentito alla milizia anti governativa Jaysh al-Islam di inviare rinforzi nel villaggio di Al Dumayr (vicino Damasco) dove le forze ribelli erano sotto attacco di ISIS. L'aiuto dell'esercito arabo siriano a Jaysh al-Islam mentre ad Al Dumayr è consistito nel far transitare la colonna di rinforzi attraverso il territorio controllato dal governo, durante il contrattacco contro ISIS in località Jabal Ruhaybeh (nelle montagne Qalamoun) è stato supportato dal fuoco di copertura della Syrian Arab Air Force (SAAF).

L'Esercito dell'Islam (Jaysh al-Islam) è sostenuto dagli americani e sauditi ed ha inviato una propria rappresentanza ai colloqui di pace delle Nazioni Unite a Ginevra. Il comitato che rappresenta le diverse sigle di formazioni ribelli ai negoziati, è dominato dall' Esercito dell'Islam e dalla milizia Ahrar al-Sham, a sua volta quest'ultima è in alleanza con al Nusra (la quale è affiliata con al-Qaeda) e insieme sono unite nelle città di  Idlib ed Aleppo sotto la bandiera unica dell'Esercito della Conquista.
Ciononostante, anche se in alcune zone Free Syrian Army, Al-Nusra, e Ahrar al-sham sono intercomunicanti e uniti da sale operative uniche e questo complica le cose, la novità è che nel paese si stanno comunque registrando progressi.

La collaborazione tra SAA e la la milizia Jaysh al-Islam contro ISIS è infatti senz'altro un segnale positivo. La speranza è ovviamente che l'avvicinamento operato sul campo di battaglia contro un comune nemico, corrisponda un clima di comprensione neidurante i negoziati che ricominceranno il 13 aprile. Se si sopirà almeno in parte l'odio irragionevole partorito da pregiudizi stratificati da 5 anni di guerra ininterrotta, più facilmente si potrà parlare successivamente di amnistia e anche magari di un ruolo nel futuro del paese, sempre se il popolo siriano deciderà così.
L'ex milizia ribelle 'Hawks' a Quneitra e la maggior parte delle tribù di Deir Ezzor che oggi combattono con l'esercito arabo siriano sono stati i primi esempi di un nuovo inizio, speriamo che altri si facciano avanti: per ricostruire una Siria più forte e riconciliata.


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