martedì, ottobre 13, 2015
L'Italia avrà nuove leggi in materia di unioni civili e di cittadinanza.

Radio Vaticana - Lo ha dichiarato, ieri sera, il premier Matteo Renzi durante l’intervista rilasciata alla trasmissione “Che tempo che fa”. Rispondendo ad una domanda sull’imminente Giubileo della Misericordia, il presidente del Consiglio ha inoltre affermato che il governo è “pronto a fare la sua parte”. Amedeo Lomonaco ha raccolto il commento del prof. Paolo Savarese, docente di Filosofia del diritto all’Università di Teramo:

R. - Mi fa piacere che il governo si esprima in questo modo e prenda un impegno. Mancano meno di 60 giorni all’inizio del Giubileo, Roma è una città in gravissime difficoltà per cui, anche conoscendo i tempi dell’amministrazione, mi sembra quello del primo ministro il solito spot per la comunicazione politica.

D. - L’uscita di scena di Marino può pregiudicare questo impegno proprio in vista del Giubileo ormai imminente?

R. - Se nominano immediatamente un commissario, il commissario è molto più rapido ed efficiente del sindaco. Da questo punto di vista, forse, può essere anche meglio. D’altra parte, che si può fare in 60 giorni? Un po’ di manutenzione ordinaria, ma i problemi sono ben più grandi.

D. - Un altro aspetto affrontato da Renzi è quello delle unioni civili. E’ rimasto un punto aperto: quello - ha detto Renzi - delle adozioni del figlio del partner in caso di decesso. Sulle unioni civili ci sono realmente concrete possibilità per una soluzione condivisa?

R. - Secondo me, se si ha il coraggio di far emergere i veri punti in questione, la soluzione condivisa non è possibile. Sono visioni della civiltà giuridica diverse, opposte, inconciliabili, che vengono alla luce: da una parte una società fondata sul matrimonio, articolo 29 della Costituzione, e dall’altra una società fondata sulla massima fluidità del comporsi e del ricomporsi delle relazioni umane. Sono due paradigmi di società inconciliabili. Se la maggior parte della società va in quella direzione e vuole - lo dico chiaramente - “suicidarsi” dal punto di vista civile e culturale, lo faccia. Ma lo deve sapere. E’ dovere del cattolico avere la consapevolezza che si deve opporre, deve resistere.

D. – Il Parlamento - ha aggiunto il premier - sta esaminando uno ius soli per riconoscere la cittadinanza a minori nati da cittadini stranieri che abbiano concluso un ciclo di studi…

R. – E’ chiaro che un ciclo di studi può dare quel minimo di base per almeno cominciare a comprendere in quale Paese stanno entrando e, quindi, ricevere ed esercitare una cittadinanza che non sia semplicemente il 'bollino blu' che si mette sui polli.


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