Il Patriarca melchita non ha dubbi: "La guerra totale che ha colpito la nostra regione è la peggiore catastrofe universale dai tempi della II Guerra mondiale. Come pastori rimaniamo con il nostro popolo, ma dobbiamo lavorare con papa Francesco affinché la fiamma della speranza non si spenga nei nostri cuori".
Damasco (AsiaNews) - Il Medio Oriente sta vivendo "una Via Crucis, la più grande tragedia mondiale dai tempi della II Guerra mondiale". Lo scrive il Patriarca melchita Gregorio III Laham nel Messaggio per la Quaresima 2015. Gregorio III, siriano, è patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente. Secondo il prelato, la Chiesa "nonostante i suoi sforzi sta affrontando diverse difficoltà nel rispondere ai bisogni sempre crescenti nella regione. Stiamo fallendo davanti alle sofferenze del nostro popolo, che siano cristiani o musulmani. È una sofferenza universale".
Come pastori - scrive ancora - "siamo con il nostro popolo. Al loro fianco, davanti a loro, dietro di loro. È come se continuassimo a lavare i loro piedi, i piedi di chi soffre, come ci ha insegnato Gesù che lavava i piedi ai suoi discepoli. Siamo nel quinto anno di questa nostra Via Crucis, un percorso doloroso che colpisce in maniera particolare Siria, Iraq, Territori palestinesi e Libano che sono colpiti in maniera tragica da questa guerra che ci circonda".
Questa, sottolinea ancora Gregorio III, "è una delle più grandi tragedie avvenute nella storia recente. Non soltanto per la regione, ma per tutto il mondo: è la cosa più terribile dalla II Guerra mondiale. Ci appelliamo ai nostri cittadini e ai nostri bambini, che sono il futuro: lavorate insieme, lavorate con noi e con papa Francesco per non permettere alla fiamma della speranza di spegnersi nei vostri cuori".
Damasco (AsiaNews) - Il Medio Oriente sta vivendo "una Via Crucis, la più grande tragedia mondiale dai tempi della II Guerra mondiale". Lo scrive il Patriarca melchita Gregorio III Laham nel Messaggio per la Quaresima 2015. Gregorio III, siriano, è patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente. Secondo il prelato, la Chiesa "nonostante i suoi sforzi sta affrontando diverse difficoltà nel rispondere ai bisogni sempre crescenti nella regione. Stiamo fallendo davanti alle sofferenze del nostro popolo, che siano cristiani o musulmani. È una sofferenza universale".
Come pastori - scrive ancora - "siamo con il nostro popolo. Al loro fianco, davanti a loro, dietro di loro. È come se continuassimo a lavare i loro piedi, i piedi di chi soffre, come ci ha insegnato Gesù che lavava i piedi ai suoi discepoli. Siamo nel quinto anno di questa nostra Via Crucis, un percorso doloroso che colpisce in maniera particolare Siria, Iraq, Territori palestinesi e Libano che sono colpiti in maniera tragica da questa guerra che ci circonda".
Questa, sottolinea ancora Gregorio III, "è una delle più grandi tragedie avvenute nella storia recente. Non soltanto per la regione, ma per tutto il mondo: è la cosa più terribile dalla II Guerra mondiale. Ci appelliamo ai nostri cittadini e ai nostri bambini, che sono il futuro: lavorate insieme, lavorate con noi e con papa Francesco per non permettere alla fiamma della speranza di spegnersi nei vostri cuori".
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