lunedì, gennaio 19, 2015
Il partito conservatore presenterà una risoluzione in Parlamento. Notizia confermata dal ministro delle Finanze. 

New York (WSI) - Mentre la possibile uscita della Grecia dalla Eurozona è vista da più parti come un evento catastrofico, c’è chi sta volontariamente pensando di fare un passo indietro nel processo di adesione alla zona euro. Stiamo parlando dell’Islanda, che ancora una volta torna a far parlare di sé, dopo che qualche anno si era rifiutata di salvare le sue banche dal collasso finanziario. E ora, come riporta il sito MBL.is, il partito conservatore Independence Party sosterrà una risoluzione in Parlamento per ritirare formalmente la domanda di adesione dell’Islanda all’Unione europea. La notizia è stata confermata ieri da Bjarni Benediktsson, il ministro delle Finanze e presidente del partito, in un’intervista con l’emittente di stato RÚV.

Reykjavik aveva presentato la domanda di adesione nel 2009, nel pieno di una profonda crisi che aveva colpito l’economia nazionale. Ma nel 2013 il nuovo governo islandese, formato da una coalizione di partiti e movimenti cosiddetti euroscettici, aveva congelato i negoziati per l’adesione nella UE. Una delle ragioni è stato lo scoppio delle tensioni tra l’Unione Europea e l’Islanda provocato dalla politica comunitaria sulla pesca. Le quote sul pesce pescato di Bruxelles non soddisfano Reykjavik.

Ciliegina sulla torta, nel 2013, il paese è cresciuto di oltre il 5%: un tasso di crescita senza pari in tutta Europa, e alla pari solo con le ultime proiezioni del PIL statunitense. (mt)


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