giovedì, dicembre 04, 2014
Udienza ai volontari della FOCSIV

Salvatore Buzzi
di Paolo Fucili 

“Tu ci hai idea de quanto ce guadagno sugli immigrati?”. Fino ad appena tre giorni fa qualcuno chissà, tutt’al più sospettava, nessuno invece probabilmente sapeva che “il traffico di droga” addirittura “rende meno”, recitano le telefonate di tal Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa “29 giugno” nonché “mente” della rete politico-affaristico-mafiosa che prospera all’ombra dei palazzi romani del potere: quel “mondo di mezzo” in cui prendersi cura dei poveri si direbbe proprio un lauto affare, come svelano tristi dettagli dell’omonima inchiesta che ha fatto scattar le manette ai polsi di 37 amministratori locali, manager ed esponenti della criminalità capitolina per “associazione a delinquere di stampo mafioso” (col corollario di 100 indagati, tra cui addirittura l’ex sindaco Alemanno).

Anzi, “noi quest’anno abbiamo chiuso con 40 milioni di fatturato, ma tutti i soldi, gli utili li abbiamo fatti sui (così, ndr) zingari, sull’emergenza alloggiativa e sugli immigrati, tutti gli altri settori finiscono a zero”, raccontava il Buzzi ignaro di essere ascoltato dai carabinieri del Ros. E molto altro ancora ci sarebbe da dire e da commentare, del Buzzi e non solo.

Tra scontate dichiarazioni-fotocopia di sdegno di politicanti vari, tutti intenti a cader dalle nuvole, al genuino Francesco son bastate oggi poche parole per farsi interprete credibile più di chiunque altro dello sconcerto dell’opinione pubblica: vale a dire, testuale, “i poveri non possono diventare un’occasione di guadagno!”. Chiaro sintetico ma per la verità non nuovo, giacché il Papa argentino non è la prima volta che strapazza finti filantropi e professionisti della carità. “Le opere di carità con carità, con tenerezza, e sempre con umiltà!”, diceva ad esempio a Cagliari un anno orsono, poiché “alcuni si fanno belli, si riempiono la bocca con i poveri; alcuni strumentalizzano i poveri per interessi personali o del proprio gruppo. Lo so, questo è umano, ma non va bene! … E dico di più: questo è peccato! E’ peccato grave, perché è usare i bisognosi, quelli che hanno bisogno, che sono la carne di Gesù, per la mia vanità!”.

E la coincidenza tra il monito di oggi e lo scandalo appena scoperchiato della “mafia capitale” chissà se è voluta, ma non può comunque non essere sottolineata. Anzi, semmai si deve. Udienza in Aula Nervi ai volontari della FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario), era l’occasione fornita dalla sua agenda (e non certo preparata in soli tre giorni), sigla che riunisce decine di soggetti di ispirazione cattolica impegnati in progetti di cooperazione coi paesi poveri del mondo, alla vigilia della Giornata internazionale del volontariato (5 dicembre). Atmosfera cordiale tra le migliaia di presenti, cui è andato il plauso di Francesco per essere, parole sue, “un annuncio vivo della tenerezza di Cristo che cammina con l’umanità di ogni tempo”. Perciò, segue esortazione, “proseguite su questa strada dell’impegno volontario e disinteressato. C’è tanto bisogno di testimoniare il valore della gratuità; perché “i poveri”, appunto “non possono diventare un’occasione di guadagno!”.

Altroché insomma lucrare sulle loro disgrazie. L’approccio di Francesco parte piuttosto da un’attenzione non scontata alle “aspettative diverse” dei poveri oggi: “aspirano ad essere protagonisti, si organizzano, e soprattutto praticano quella solidarietà che esiste tra quanti soffrono, tra gli ultimi”. Alla FOCSIV è andato dunque l’invito a “cogliere questi segni dei tempi e a diventare uno strumento al servizio del protagonismo dei poveri”, in nome di quella solidarietà che per Francesco “è un modo di fare la storia con i poveri, rifuggendo da presunte opere altruistiche che riducono l’altro alla passività” e lottando contro le cosiddette “cause strutturali” della povertà: diseguaglianza, mancanza di casa e lavoro, negazione di diritti sociali e lavorativi e non ultimo un sistema economico che “saccheggia la natura”, come fosse “una proprietà di cui possiamo disporre a nostro piacere”.

E un pensiero speciale è andato a chi fugge dagli orrori della guerra, alle vittime di persecuzioni religiose, alle masse di migranti e rifugiati che “cercano di lasciarsi alle spalle dure condizioni di vita e pericoli di ogni sorta”. Il Papa perciò chiede la collaborazione di tutti, istituzioni, ONG e comunità ecclesiali, per adottare “adeguate modalità di accoglienza che non lascino i migranti in balia del mare e di bande di trafficanti senza scrupoli”. E magari, vien da aggiungere, nemmeno in balia di loschi affaristi e amministratori corrotti.


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