"Non vorrei che diventassero come i referendum per i radicali"
"E' come paragonare la coppa dei campioni con una partita di prima categoria". Così Stefano Bonaccini, da ieri candidato alla presidenza della Regione Emilia Romagna, commenta la scarsa affluenza alle primarie intervenendo a Effetto Giorno, su Radio24. "La Champions è la primaria nazionale, con due mesi tutte le sere sulle tv e le radio, è la partita di prima categoria è quella per l'Emilia fatta in quindici giorni senza nessun network che ne parlasse. Non abbiamo potuto produrre alcun manifesto, nessun network che ne parlasse, nessun materiale spedito a casa come eravamo soliti fare, perché non c'è stato il tempo: il 12 settembre abbiamo presentato le candidature e in due settimane si è andato a votare. Poi c'è anche una certa stanchezza per le primarie, a dire il vero: a maggio si è votato nel più alto numero di comuni, in termini percentuali, rispetto a tutte le altre regioni italiane".
Troppe primarie? "Il problema non è fare troppe primarie, è farne troppe a pochi mesi di distanza. Ne abbiamo fatte a marzo per i comuni, a maggio si è votato per le elezioni e ora si è rivotato. Non vorrei che diventassero come i referendum per i Radicali: se ne abusiamo, rischiamo che lo strumento non venga valorizzato. Dopodiché sono venute 60mila persone, il Movimento 5 Stelle ha scelto una candidata con 266 click. Penso che adesso l'importante sia parlare di contenuti".
"E' come paragonare la coppa dei campioni con una partita di prima categoria". Così Stefano Bonaccini, da ieri candidato alla presidenza della Regione Emilia Romagna, commenta la scarsa affluenza alle primarie intervenendo a Effetto Giorno, su Radio24. "La Champions è la primaria nazionale, con due mesi tutte le sere sulle tv e le radio, è la partita di prima categoria è quella per l'Emilia fatta in quindici giorni senza nessun network che ne parlasse. Non abbiamo potuto produrre alcun manifesto, nessun network che ne parlasse, nessun materiale spedito a casa come eravamo soliti fare, perché non c'è stato il tempo: il 12 settembre abbiamo presentato le candidature e in due settimane si è andato a votare. Poi c'è anche una certa stanchezza per le primarie, a dire il vero: a maggio si è votato nel più alto numero di comuni, in termini percentuali, rispetto a tutte le altre regioni italiane".
Troppe primarie? "Il problema non è fare troppe primarie, è farne troppe a pochi mesi di distanza. Ne abbiamo fatte a marzo per i comuni, a maggio si è votato per le elezioni e ora si è rivotato. Non vorrei che diventassero come i referendum per i Radicali: se ne abusiamo, rischiamo che lo strumento non venga valorizzato. Dopodiché sono venute 60mila persone, il Movimento 5 Stelle ha scelto una candidata con 266 click. Penso che adesso l'importante sia parlare di contenuti".
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