Hillary Clinton ha iniziato un tour de force per presentare il suo ultimo libro: “Hard choices”. Molti pensano si stia scaldando i muscoli per la campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti.
No, Hillary Clinton dice di non aver ancora preso una decisione. Eppure, più lei prolunga la suspense più l’etichetta di candidato inevitabile del partito democratico alla presidenza degli Stati Uniti le si cuce addosso. L’uscita del suo ultimo libro: ”Hard choices” ha tutta l’aria di essere una scusa per scaldarsi i muscoli a un anno dall’uscita dalla scena politica (ha lasciato la carica di Segretario di stato nel febbraio del 2013) e a due dalle prossime elezioni presidenziali. Oggi la Clinton è più che mai sotto la lente di ingrandimento con una una serie di articoli, interviste e conferenze in cui ogni sua frase viene vivisezionata e sfruttata dai nemici politici che cercano di coglierla in fallo. Lei cerca di apparire vicina alla classe media raccontando di avere avuto problemi finanziari dopo la campagna del 2008 e di aver fatto fatica a pagare i mutui. Immediate le critiche per avere più di una casa (per il candidato repubblicano del 2008 John Mac Cain, possedere numerose residenze era stato un grattacapo non indifferente).
E la campagna al vetriolo è già iniziata con le insinuazioni da parte dello stratega repubblicano Karl Rove sulla commozione cerebrale sostenuta dalla Clinton nel 2012 e le possibili conseguenze sulla sua salute. Hillary se la ride e risponde con una battuta: ”So che (Karl Rove) in un libro è stato chiamato il cervello di Bush. Gli auguro ogni bene”.
Ha ogni ragione per sorridere Hillary: non c’é al momento un candidato democratico più gettonato di lei. In un articolo sul settimanale People, la Clinton appare serena e rilassata. Si dice entusiasta di fronte al prospetto di diventare nonna (Chelsea è in dolce attesa) e decisa a ponderare con attenzione la scelta di correre o meno per la Casa Bianca: “Vorrei vedere una donna infrangere questo tetto di vetro, ma prenderò una decisione considerando esclusivamente se è quella giusta per me”.
Quanto dovrà aspettare l’America? Gli esperti dicono ancora sei mesi e magari per Natale, con un un magistrale colpo mediatico, Hillary lancerà la sua campagna elettorale sotto l’albero con in braccio il nuovo rampollo della dinastia Clinton.
"OnLocation", il blog a cura di Francesca Forcella, corrispondente per il Tg5 da New York
di Francesca Forcella, New York
No, Hillary Clinton dice di non aver ancora preso una decisione. Eppure, più lei prolunga la suspense più l’etichetta di candidato inevitabile del partito democratico alla presidenza degli Stati Uniti le si cuce addosso. L’uscita del suo ultimo libro: ”Hard choices” ha tutta l’aria di essere una scusa per scaldarsi i muscoli a un anno dall’uscita dalla scena politica (ha lasciato la carica di Segretario di stato nel febbraio del 2013) e a due dalle prossime elezioni presidenziali. Oggi la Clinton è più che mai sotto la lente di ingrandimento con una una serie di articoli, interviste e conferenze in cui ogni sua frase viene vivisezionata e sfruttata dai nemici politici che cercano di coglierla in fallo. Lei cerca di apparire vicina alla classe media raccontando di avere avuto problemi finanziari dopo la campagna del 2008 e di aver fatto fatica a pagare i mutui. Immediate le critiche per avere più di una casa (per il candidato repubblicano del 2008 John Mac Cain, possedere numerose residenze era stato un grattacapo non indifferente).
E la campagna al vetriolo è già iniziata con le insinuazioni da parte dello stratega repubblicano Karl Rove sulla commozione cerebrale sostenuta dalla Clinton nel 2012 e le possibili conseguenze sulla sua salute. Hillary se la ride e risponde con una battuta: ”So che (Karl Rove) in un libro è stato chiamato il cervello di Bush. Gli auguro ogni bene”.
Ha ogni ragione per sorridere Hillary: non c’é al momento un candidato democratico più gettonato di lei. In un articolo sul settimanale People, la Clinton appare serena e rilassata. Si dice entusiasta di fronte al prospetto di diventare nonna (Chelsea è in dolce attesa) e decisa a ponderare con attenzione la scelta di correre o meno per la Casa Bianca: “Vorrei vedere una donna infrangere questo tetto di vetro, ma prenderò una decisione considerando esclusivamente se è quella giusta per me”.
Quanto dovrà aspettare l’America? Gli esperti dicono ancora sei mesi e magari per Natale, con un un magistrale colpo mediatico, Hillary lancerà la sua campagna elettorale sotto l’albero con in braccio il nuovo rampollo della dinastia Clinton."OnLocation", il blog a cura di Francesca Forcella, corrispondente per il Tg5 da New York
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