lunedì, aprile 14, 2014
Da tempo i famigliari degli sfortunati “ospiti” nutrivano atroci sospetti sull’allucinante trattamento riservato ai loro figli o parenti disabili e anziani da parte degli operatori socio-sanitari che prestavano servizio nella struttura di degenza “Vada Sabatia”, ex fondazione Ferrero del gruppo Segesta, a Vado Ligure, in provincia di Savona, sulla riviera ligure di ponente. 

                                                           di Silvio Foini 

A fare chiarezza ci ha pensato la G.di Finanza installando microtelecamere nei reparti fingendosi dei tecnici addetti alla manutenzione degli impianti elettrici: più di cento episodi in poco più di un mese di incomprensibile violenza gratuita sono stati registrati ed alcuni anche e dovutamente, diffusi ai net-work quale documentazione da esporre al pubblico ludibrio. Come si possa scendere al limite dell’umana decenza ci è incomprensibile davvero! I lager nazisti sono ancora dietro l’angolo a quanto pare. Bestie umane si accanivano su poveri esseri indifesi che avrebbero avuto solo bisogno di amore e di fratellanza, si aggiravano per le camerate distribuendo, con diabolico sadismo, schiaffi e pugni a chi non poteva che alzare le braccia ad ultima vana difesa. Strappi di capelli, calci e trascinamenti lungo gli spettrali corridoi: questi gli orrori documentati. Le telecamere hanno registrato anche le grida dei pazienti aggrediti e loro suppliche! Purtroppo, e sottolineo, purtroppo, questa sembra essere solo la punta dell’iceberg, visto che il nostro giornale non è nuovo a riportare episodi sconcertanti di questo genere. Crediamo sia giunto il momento di porre fine a questo stato di cose. Occorre indire una raccolta di firme che reclamino l’installazione obbligatoria in tutte le strutture pubbliche e private di accoglienza, di telecamere collegate alle questure o alle stazioni dei carabinieri nella zona di competenza. Solo così gli sfortunati degenti non avranno più a subire, oltre alla disgrazia che gli è accaduta, maltrattamenti psico-fisici indegni della persona umana che va salvaguardata come ogni altra in un paese che vuol dirsi civile.

Si consideri che solamente quattro dei sedici dipendenti operanti nella struttura che possiamo davvero definire e senza esagerare “La clinica degli orrori” sono risultati estranei ai brutali casi di maltrattamenti. Uno sparuto piccolo gruppo di brave persone dunque. Una operatrice socio-sanitaria risulterebbe aver confidato ai finanzieri che almeno quattro medici della struttura, tutti con mansioni dirigenziali, fossero ben al corrente del clima imposto dai brutali aguzzini in cui erano costretti a vivere gli ospiti del “3D”. Anche perché in alcune occasioni alcuni operatori che erano stati colti sul fatto vergognoso del loro comportamento erano stati licenziati. Ci si domanda il motivo del perché allora, di fronte a quegli episodi e alle segnalazioni dei parenti dei ricoverati nessuno abbia preso provvedimenti. Il maggiore della Finanza Pietro Antonio Cetta ha dichiarato che “... Investigheremo inoltre sul danno erariale badando al bilancio dello Stato: per ogni degente del reparto 3D si spendono dai 120 ai 160 euro al giorno procapite, circa 5 mila euro al mese di soldi pubblici, pagati con le nostre finanze”. Vogliamo sperare che questo ignominioso stato di cose abbia a cessare quanto prima e che molte persone con una coscienza umana ancorché civile, si uniscano in questa battaglia di civiltà. Le indagini proseguono: ancora molto da accertare. Seguiremo attentamente il caso.

Seguono i nomi e i cognomi degli operatori socio-sanitari arrestati dalla G.di Finanza cui va tutto il nostro profondo ringraziamento.

Fernando Luis Arevalo, 54 anni, ecuadoriano residente a Borgio Verezzi; Tatiana Gesela Coronel, 44 anni, ecuadoriana, di Savona; Vincenzo Cirillo, 56 anni, di Vado Ligure; Gaetano Mauro, 38 anni, di Savona; Elisabetta Cerisola, 38 anni, di Savona; Eugenio Lucente, 29 anni, di Cogoleto; Mohamed Benarras, 34 anni, marocchino, residente a Savona; Stellina Cirillo, 47 anni, di Quiliano; Daniel Negrea, 23 anni, romeno, abitante a Savona. Ai domiciliari invece Marco Cichero, 59 anni, di Savona; Mirco Burattini, 29 anni, di Savona; Andres Brian Zegarra, 24 anni, peruviano, residente a Quiliano.


Sono presenti 2 commenti

Anonimo ha detto...

L'ennesimo episodio odioso a danno di persone indifese e bisognose di tutto !! Che civiltà malata è la nostra , e , osservando i nomi degli inqualificabili soggetti si nota che la crudeltà non è solo straniera , ma anche di casa nostra..Sono esseri che dovrebbero marcire in un inferno terreno prima ancora dell'inferno eterno, lo stesso inferno in cui hanno trasformato una casa che dovrebbe sprigionare amore e umanità . Sono mostri senza cuore e ci si domanda , ogni volta , chi li ha scelti e perché..

Anonimo ha detto...

tutti i dirigenti che usano personale non addestrato e controllato dovrebbero finire in galera. Sono loro i primi responsabili. Vorrei che fosse reso noto come fanno ad assumere queste persone e anche chi le fornisce. Sarà anche la solita ragione economica per risparmiare e lucrare ancor più sulle disgrazie delle persone.Bisognerebbe buttare via la chiave della cella. Ferdinando

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