Il governo ha annunciato i risultati di un raid condotto in 27 municipalità del Paese: 1.094 persone fermate, 382 minori salvati. I trafficanti usavano anche internet: chiusi quattro siti che offrivano "l'adozione di bambini abbandonati".
Pechino (AsiaNews) - La polizia cinese ha arrestato in un raid oltre mille trafficanti di neonati in diverse città del Paese. Lo ha confermato oggi il ministero per la Pubblica sicurezza, secondo il quale nell'operazione - condotta in 27 municipalità - sono stati salvati 382 bambini. Gli agenti hanno smantellato inoltre quattro bande criminali, dedite in maniera esclusiva al traffico di minori. Il fenomeno è noto in Cina, dove negli ultimi decenni è stata in vigore una politica di pianificazione familiare - la "legge sul figlio unico" - che ha ridotto in maniera drastica la natalità nazionale.
Secondo la polizia, i trafficanti operavano sia sul piano reale - circuendo medici, infermiere e genitori al di fuori degli ospedali nazionali - che su quello virtuale, attraverso quattro siti internet che proponevano "l'adozione di neonati abbandonati". Dei 1.094 arrestati, alcuni hanno già confessato. Zhou Daifu ha ammesso di aver pagato circa 3mila yuan (350 euro) a un altro individuo (anche lui fermato) per ottenere certificati falsi di registrazione governativa per i bimbi rapiti.
La legge sul figlio unico e una normativa debole in materia d'adozioni - oltre alla povertà e alla tradizionale preferenza verso il figlio maschio - hanno alimentato nel corso degli anni il traffico di bambini. Molte famiglie comprano le vittime della tratta per impiegarle come manodopera a basso costo, domestici, o per dare una sposa ai propri figli non sposati. In altri casi, molti di questi bambini vengono venduti a famiglie che vogliono adottare, o costretti a prostituirsi.
Secondo un rapporto diffuso dalla China National Radio, emittente che trasmette in tutto il Paese, ogni anno in Cina scompaiono circa 200mila bambini. Di questi, solo lo 0,1% viene ritrovato e liberato dalle maglie del racket.
Il governo cinese ha annunciato nel novembre 2013 l'intenzione di riformare la legge sul figlio unico. Le modifiche sono state adottate in maniera formale il 28 dicembre 2013 dal Comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo. Tuttavia rimangono molti dubbi sulle novità introdotte, che restano sotto la giurisdizione dei governi locali.
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Secondo la polizia, i trafficanti operavano sia sul piano reale - circuendo medici, infermiere e genitori al di fuori degli ospedali nazionali - che su quello virtuale, attraverso quattro siti internet che proponevano "l'adozione di neonati abbandonati". Dei 1.094 arrestati, alcuni hanno già confessato. Zhou Daifu ha ammesso di aver pagato circa 3mila yuan (350 euro) a un altro individuo (anche lui fermato) per ottenere certificati falsi di registrazione governativa per i bimbi rapiti.
La legge sul figlio unico e una normativa debole in materia d'adozioni - oltre alla povertà e alla tradizionale preferenza verso il figlio maschio - hanno alimentato nel corso degli anni il traffico di bambini. Molte famiglie comprano le vittime della tratta per impiegarle come manodopera a basso costo, domestici, o per dare una sposa ai propri figli non sposati. In altri casi, molti di questi bambini vengono venduti a famiglie che vogliono adottare, o costretti a prostituirsi.
Secondo un rapporto diffuso dalla China National Radio, emittente che trasmette in tutto il Paese, ogni anno in Cina scompaiono circa 200mila bambini. Di questi, solo lo 0,1% viene ritrovato e liberato dalle maglie del racket.
Il governo cinese ha annunciato nel novembre 2013 l'intenzione di riformare la legge sul figlio unico. Le modifiche sono state adottate in maniera formale il 28 dicembre 2013 dal Comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo. Tuttavia rimangono molti dubbi sulle novità introdotte, che restano sotto la giurisdizione dei governi locali.
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