Scontri con morti e feriti tra russi e tatari. Venti di guerra con la Russia. Anche i neo-fascisti nel nuovo governo “Scelta europea” dell’Ucraina.
GreenReport - Nella Repubblica autonoma di Crimea gruppi armati che si autodefiniscono forze di autodifesa pro-russe, hanno occupato la sede del governo ed il Palazzo del Parlamento. La tensione nel sud della Crimea sta quindi crescendo proprio mentre il nuovo presidente filo-occidentale dell’Ucraina Oleksandr Turchynov vara il nuovo governo provvisorio che dovrà portare il Paese alle elezionidopo la guerra civile di Kiev che ha cacciato il presidente filo-russo Viktor Ianukovich. La nuova coalizione di governo che ha ottenuto 250 voti (la maggioranza era 226) alla Rada suprema si chiama “Scelta europea” e riunisce gli ipernazionalisti di Batkivtchina (Patria), i neofascisti ed antisemiti di Svoboda ed Oudar (il partito del pugile Vitali klitscko), le due formazioni Sviluppo economico ed Ucraina sovrana ed altri deputati usciti dal Partito delle regioni di Ianukovich.
I gruppi armati dei russi della Crimea hanno adottato la stessa tecnica utilizzata delle milizie nazionaliste nazi-fascite a Kiev ed hanno occupato (senza apparentemente trovare nessuna resistenza) gli edifici pubblici della capitale Simferopol ed hanno issato bandiere della Russia, chiedendo apertamente l’annessione (o meglio il ritorno) alla Federazione russa che in Crimea ha una delle più grandi basi navali militari.
I russi rappresentano il 60% della popolazione della Repubblica autonoma di Crimea ed a Simferopo, ieri, durante una manifestazione organizzata dal partito Rousskoe Edinstvo (Unità Russa), ci sono stati i scontri, con 2 morti e 35 feriti, con la minoranza tatara che si ricorda ancora quando fu deportata da Stalin perché sospettata di collaborazionismo con i nazisti e con le milizie filo-naziste dei nazionalisti ucraini. I tartari della Crimea si sono schierati da subito con il nuovo governo centrale di Kiev e sono scesi in piazza per chiedere che venissero tolte le bandiere russe dai palazzi governativi.
La situazione è davvero tesa: su twitter il ministro degli esteri russo ha avvertito che reagirà senza mezzi termini se verranno violati i diritti dei russi in Ucraina e Turchynov ha risposto: « Mi rivolgo ai rappresentanti della Flotta del Mar Nero: tutti i militari devono restare sul territorio previsto dagli accordi. Ogni movimento di truppe armate sarà considerato come un’aggressione militare».
Il presidente russo Vladimir Putin ieri ha ordinato al ministero della difesa di effettuare esercitazioni militari nella Russia europea centrale e occidentale, proprio vicino al confine con l’Ucraina. Le esercitazioni coinvolgono 150.000 soldati e carri armati, aerei e navi da guerra, e continueranno fino al 3 marzo.
Il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha esortato la Russia a dar prova di moderazione ed ha detto che «La questione i Ucraina non dovrebbe essere vista in termini Guerra Fredda. Washington non la vede attraverso una lente Est-Ovest o Russia-Usa»
La Nato in una dichiarazione dice di sostenere la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, nonché il principio di inviolabilità delle frontiere (che sembrerebbe inviolabile solo quando fa comodo alla Nato…).
Gli ucraini sospettano che Ianukovich si sia rifugiato proprio in Crimea ma il ministro degli interni ad interm, Arsen Avakov, ha detto che non viene ricercato nella Repubblica autonoma proprio per non provocare conflitti armati.
In Crimea sono presenti diversi deputati russi e il presidente della Commissione per la Comunità degli Stati Indipendenti della Duma, Leonid Slutski, di ritorno dalla Crimea non ha scartato l’eventualità di un intervento armato di Kiev nelle regioni russofone orientali e meridionali. Secondo Sergei Mironov, capo del gruppo parlamentare Russia Giusta, la situazione sta volgendo verso la guerra«La flotta del Mar Nero staziona in Crimea, il personale ed i loro familiari sono cittadini russi, ci sono le ragioni e le possibilità per proteggerli».
Per Slutski, «Le autorità russe devono elaborare un insieme di misure per proteggere tutti gli abitanti dell’Ucraina che vogliono vivere con la Russia. Uno di questi potrebbe essere un progetto di legge sulla procedura semplificata per concedere la cittadinanza russa».
A buttare acqua sul fuoco ci prova Alexei Juravlev di Russia Unita: «L’intervento militare della Russia non è necessario, esistono numerosi altri modi per influenzare la situazione in Ucraina».
Il politologo Vladimir Kornilov su Ria Novosti ricorda che «Contrariamente all’Abkazia ed all’Ossezia del sud, la Crimea non è mai stata un territorio autonomo e la Russia non vuole implicarsi in una guerra importante come quella con la Georgia, dato anche la differenza dei potenziali militari»
Intanto il Partito Comunista russo, la maggiore forza di opposizione a Putin, ha detto di aver ricevuto richieste di suoi elettori pronti a partire per la Crimea per andare a proteggere i russi ed alcuni deputati ed associazioni hanno suggerito di formare milizie armate da inviare in Crimea».
GreenReport - Nella Repubblica autonoma di Crimea gruppi armati che si autodefiniscono forze di autodifesa pro-russe, hanno occupato la sede del governo ed il Palazzo del Parlamento. La tensione nel sud della Crimea sta quindi crescendo proprio mentre il nuovo presidente filo-occidentale dell’Ucraina Oleksandr Turchynov vara il nuovo governo provvisorio che dovrà portare il Paese alle elezionidopo la guerra civile di Kiev che ha cacciato il presidente filo-russo Viktor Ianukovich. La nuova coalizione di governo che ha ottenuto 250 voti (la maggioranza era 226) alla Rada suprema si chiama “Scelta europea” e riunisce gli ipernazionalisti di Batkivtchina (Patria), i neofascisti ed antisemiti di Svoboda ed Oudar (il partito del pugile Vitali klitscko), le due formazioni Sviluppo economico ed Ucraina sovrana ed altri deputati usciti dal Partito delle regioni di Ianukovich.
I gruppi armati dei russi della Crimea hanno adottato la stessa tecnica utilizzata delle milizie nazionaliste nazi-fascite a Kiev ed hanno occupato (senza apparentemente trovare nessuna resistenza) gli edifici pubblici della capitale Simferopol ed hanno issato bandiere della Russia, chiedendo apertamente l’annessione (o meglio il ritorno) alla Federazione russa che in Crimea ha una delle più grandi basi navali militari.
I russi rappresentano il 60% della popolazione della Repubblica autonoma di Crimea ed a Simferopo, ieri, durante una manifestazione organizzata dal partito Rousskoe Edinstvo (Unità Russa), ci sono stati i scontri, con 2 morti e 35 feriti, con la minoranza tatara che si ricorda ancora quando fu deportata da Stalin perché sospettata di collaborazionismo con i nazisti e con le milizie filo-naziste dei nazionalisti ucraini. I tartari della Crimea si sono schierati da subito con il nuovo governo centrale di Kiev e sono scesi in piazza per chiedere che venissero tolte le bandiere russe dai palazzi governativi.
La situazione è davvero tesa: su twitter il ministro degli esteri russo ha avvertito che reagirà senza mezzi termini se verranno violati i diritti dei russi in Ucraina e Turchynov ha risposto: « Mi rivolgo ai rappresentanti della Flotta del Mar Nero: tutti i militari devono restare sul territorio previsto dagli accordi. Ogni movimento di truppe armate sarà considerato come un’aggressione militare».
Il presidente russo Vladimir Putin ieri ha ordinato al ministero della difesa di effettuare esercitazioni militari nella Russia europea centrale e occidentale, proprio vicino al confine con l’Ucraina. Le esercitazioni coinvolgono 150.000 soldati e carri armati, aerei e navi da guerra, e continueranno fino al 3 marzo.
Il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha esortato la Russia a dar prova di moderazione ed ha detto che «La questione i Ucraina non dovrebbe essere vista in termini Guerra Fredda. Washington non la vede attraverso una lente Est-Ovest o Russia-Usa»
La Nato in una dichiarazione dice di sostenere la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, nonché il principio di inviolabilità delle frontiere (che sembrerebbe inviolabile solo quando fa comodo alla Nato…).
Gli ucraini sospettano che Ianukovich si sia rifugiato proprio in Crimea ma il ministro degli interni ad interm, Arsen Avakov, ha detto che non viene ricercato nella Repubblica autonoma proprio per non provocare conflitti armati.
In Crimea sono presenti diversi deputati russi e il presidente della Commissione per la Comunità degli Stati Indipendenti della Duma, Leonid Slutski, di ritorno dalla Crimea non ha scartato l’eventualità di un intervento armato di Kiev nelle regioni russofone orientali e meridionali. Secondo Sergei Mironov, capo del gruppo parlamentare Russia Giusta, la situazione sta volgendo verso la guerra«La flotta del Mar Nero staziona in Crimea, il personale ed i loro familiari sono cittadini russi, ci sono le ragioni e le possibilità per proteggerli».
Per Slutski, «Le autorità russe devono elaborare un insieme di misure per proteggere tutti gli abitanti dell’Ucraina che vogliono vivere con la Russia. Uno di questi potrebbe essere un progetto di legge sulla procedura semplificata per concedere la cittadinanza russa».
A buttare acqua sul fuoco ci prova Alexei Juravlev di Russia Unita: «L’intervento militare della Russia non è necessario, esistono numerosi altri modi per influenzare la situazione in Ucraina».
Il politologo Vladimir Kornilov su Ria Novosti ricorda che «Contrariamente all’Abkazia ed all’Ossezia del sud, la Crimea non è mai stata un territorio autonomo e la Russia non vuole implicarsi in una guerra importante come quella con la Georgia, dato anche la differenza dei potenziali militari»
Intanto il Partito Comunista russo, la maggiore forza di opposizione a Putin, ha detto di aver ricevuto richieste di suoi elettori pronti a partire per la Crimea per andare a proteggere i russi ed alcuni deputati ed associazioni hanno suggerito di formare milizie armate da inviare in Crimea».
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