Come sono viste le mafie italiane in Europa? Ne hanno discusso a Stop Blanqueo, il workshop del Premio Ilaria Alpi dedicato alle infiltrazioni criminali in Europa e alle attività di usura e riciclaggio.
LiberaInformazione - David Ellero, Capitano dell’Arma ha snocciolato i risultati dello studio che l’Europol ha realizzato nel 2013 per capire in che modo le Camorra, Cosa Nostra, e le altre sorelle italiane si stanno facendo strada nell’economia europea. Primo dato che si inserisce a monte della ricerca, datato 2011, è la definizione dell’Italia meridionale come “Hub”. Il risultato arriva da un altro studio di valutazione del rischio delle criminalità, che ha individuato diverse aree di snodo, e il sud Italia emerge come nodo: hub, appunto. “L’invisibilità è il primo nodo da sciogliere. Dobbiamo considerare che in Italia siamo fortunati dal punto di vista legislativo. Purtroppo anche, perché il nostro paese è stato attraversato da fatti delittuosi che ci hanno dato, infine, questa possibilità. Comunque abbiamo degli strumenti efficaci e li usiamo. Quando andiamo all’estero non sempre questi strumenti sono disponibili. In primo luogo perché l’invisibilità della presenza delle mafie criminali in Europa non ha allarmato le forze dell’ordine. Ci capita di relazionarci con paesi ai quali diciamo 'Guardate che nella vostra città c’è una locale di ‘Ndrangheta' e loro cadono dalle nuvole”.
Tremilaseicento le criminalità sancite in Europa, appena 8 i paesi nei quali si parla della presenza delle mafie italiane. “Internet è molto utilizzato dai criminali italiani. Non solo per comunicare ma anche per reclamizzare i loro prodotti” continua Ellero. E riemerge come un mantra il problema delle infiltrazioni e del denaro nero da riciclare. In un Europa globalizzata dalla crisi europea, con imprenditori con le tasche vuote, arrivano loro, gli imprenditori criminali che hanno il problema opposto: troppi soldi a disposizione e pochi canali d’investimento. L’economia drogata da questo eccesso di denaro nero si palesa anche nell’impossibilità degli imprenditori “in chiaro” di tenere testa ai prezzi al ribasso dei criminali.
“Loro non hanno bisogno di creare profitto – continua Ellero – possono tenere dei prezzi molto bassi. Andare in perdita. Gli altri imprenditori non riescono a tenere il passo e chiudono”. Prima di chiudere però c’è il tentativo da parte dei vicini criminali di infilarsi nelle società, “magari nemmeno appaiono a livello legale, però entrano con cospicue partecipazioni”. Riciclaggio e narcotraffico le principali attività che le mafie italiane svolgono in Europa. Arriva anche il traffico di rifiuti e il traffico umano (criminalità pugliese). La Camorra predilige la Spagna mentre la ‘Ndrangheta (la più globalizzata è principessa del narcotraffico) si allarga sino all’Australia e alla Colombia. La Germania è amata da tutte le mafie italiane. L’Europa comincia ad aprire gli occhi. “Ma spesso quando arrivano degli imprenditori con i liquidi che servono a salvare all’azienda quelli sono dei benefattori… altro che criminali”.
LiberaInformazione - David Ellero, Capitano dell’Arma ha snocciolato i risultati dello studio che l’Europol ha realizzato nel 2013 per capire in che modo le Camorra, Cosa Nostra, e le altre sorelle italiane si stanno facendo strada nell’economia europea. Primo dato che si inserisce a monte della ricerca, datato 2011, è la definizione dell’Italia meridionale come “Hub”. Il risultato arriva da un altro studio di valutazione del rischio delle criminalità, che ha individuato diverse aree di snodo, e il sud Italia emerge come nodo: hub, appunto. “L’invisibilità è il primo nodo da sciogliere. Dobbiamo considerare che in Italia siamo fortunati dal punto di vista legislativo. Purtroppo anche, perché il nostro paese è stato attraversato da fatti delittuosi che ci hanno dato, infine, questa possibilità. Comunque abbiamo degli strumenti efficaci e li usiamo. Quando andiamo all’estero non sempre questi strumenti sono disponibili. In primo luogo perché l’invisibilità della presenza delle mafie criminali in Europa non ha allarmato le forze dell’ordine. Ci capita di relazionarci con paesi ai quali diciamo 'Guardate che nella vostra città c’è una locale di ‘Ndrangheta' e loro cadono dalle nuvole”.
Tremilaseicento le criminalità sancite in Europa, appena 8 i paesi nei quali si parla della presenza delle mafie italiane. “Internet è molto utilizzato dai criminali italiani. Non solo per comunicare ma anche per reclamizzare i loro prodotti” continua Ellero. E riemerge come un mantra il problema delle infiltrazioni e del denaro nero da riciclare. In un Europa globalizzata dalla crisi europea, con imprenditori con le tasche vuote, arrivano loro, gli imprenditori criminali che hanno il problema opposto: troppi soldi a disposizione e pochi canali d’investimento. L’economia drogata da questo eccesso di denaro nero si palesa anche nell’impossibilità degli imprenditori “in chiaro” di tenere testa ai prezzi al ribasso dei criminali.
“Loro non hanno bisogno di creare profitto – continua Ellero – possono tenere dei prezzi molto bassi. Andare in perdita. Gli altri imprenditori non riescono a tenere il passo e chiudono”. Prima di chiudere però c’è il tentativo da parte dei vicini criminali di infilarsi nelle società, “magari nemmeno appaiono a livello legale, però entrano con cospicue partecipazioni”. Riciclaggio e narcotraffico le principali attività che le mafie italiane svolgono in Europa. Arriva anche il traffico di rifiuti e il traffico umano (criminalità pugliese). La Camorra predilige la Spagna mentre la ‘Ndrangheta (la più globalizzata è principessa del narcotraffico) si allarga sino all’Australia e alla Colombia. La Germania è amata da tutte le mafie italiane. L’Europa comincia ad aprire gli occhi. “Ma spesso quando arrivano degli imprenditori con i liquidi che servono a salvare all’azienda quelli sono dei benefattori… altro che criminali”.
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