In Sicilia centinaia di minori stranieri in un limbo burocratico
Save the children - Hanno superato quota 800 i migranti nel CPSA di Lampedusa che ha una capienza di soli 250 posti. Precisamente, sono 838 persone, tra cui 142 donne e 127 minori. Tra questi ultimi, 33 sono con uno o entrambi i genitori, mentre tutti gli altri sono approdati in Italia da soli. Si tratta prevalentemente di adolescenti, ma vi sono anche 42 ragazzi più piccoli, di 14-15 anni. Il più piccolo in assoluto, non accompagnato, viene dalla Somalia e ha solo 11 anni. Sono di provenienza diversa (Eritrea, Somalia, Gambia, Etiopia, Ghana, Siria, Nigeria, Guinea Bissau, Bangladesh, Algeria). Tra loro, anche cinque ragazze sole, la più piccola di 15 anni. La condizione di precarietà e di sovraffollamento si fa sempre più difficile, non sono garantiti per i minori spazi di accoglienza dedicati e, in molti casi, i minori rischiano di essere coinvolti nelle conflittualità che sempre più frequentemente si verificano all’interno del Centro. Molti ragazzi sono costretti a dormire all’aperto per terra, senza brandine. Le condizioni igienico-sanitarie sono molto precarie con un numero di bagni e di docce del tutto insufficiente rispetto alle presenze.
“E’ indispensabile procedere al trasferimento immediato di tutti i minori soli presenti sull’isola di Lampedusa in comunità di accoglienza sul territorio nazionale. Il paradosso è che queste strutture esistono e sono disponibili, ma i ragazzi non possono accedervi e restano bloccati sull’isola in una specie di limbo burocratico – ha dichiarato Raffaela Milano, direttore programma Italia-EU di Save the Children”. “Con la chiusura dell’emergenza Nord Africa, nessuna istituzione nazionale si ritiene più responsabile della loro accoglienza ed è il solo ufficio minori della Questura di Agrigento a ricercare una collocazione per loro, senza poter dare alcuna garanzia su chi si farà carico economicamente dei costi della loro permanenza in Italia”.
Questa situazione non riguarda solo Lampedusa, ma tutta la Sicilia, dove complessivamente sono in attesa di collocazione 326 minori stranieri non accompagnati. La situazione più critica si registra in provincia di Siracusa nel centro Umberto I, dove 127 minori sono ospitati assieme ad altri adulti, per un totale di 283 persone in condizioni di accoglienza e di promiscuità assolutamente inaccettabili.
“Parliamo di ragazzi che arrivano in Italia da soli dopo viaggi spesso lunghi e drammatici, che hanno bisogno di immediata protezione e di sostegno e non possono rimanere vittima dell’inerzia istituzionale. La situazione, già oggi al collasso, rischia di peggiorare ancora nel mese di agosto. Vista la situazione di emergenza, chiediamo l’immediata attivazione di una task force presso il ministero del Welfare che da oggi e durante tutto il mese di agosto resti attiva per supportare nella individuazione dei posti di accoglienza nelle comunità al livello nazionale, garantendo le risorse necessarie attraverso l’adeguamento del Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, e per disporre l’immediato trasferimento dei minori da Lampedusa e dalle altre strutture sovraffollate e del tutto inadeguate della Sicilia. Occorre, una buona volta, una seria assunzione di responsabilità sul futuro di questi ragazzi”.
Save the Children è presente a Lampedusa e nelle altre aree di sbarco di Sicilia, Puglia e Calabria con team di mediatori culturali e operatori legali, nell’ambito del progetto Praesidium del Ministero dell’Interno in collaborazione con UNHCR, OIM e Croce Rossa.
Save the children - Hanno superato quota 800 i migranti nel CPSA di Lampedusa che ha una capienza di soli 250 posti. Precisamente, sono 838 persone, tra cui 142 donne e 127 minori. Tra questi ultimi, 33 sono con uno o entrambi i genitori, mentre tutti gli altri sono approdati in Italia da soli. Si tratta prevalentemente di adolescenti, ma vi sono anche 42 ragazzi più piccoli, di 14-15 anni. Il più piccolo in assoluto, non accompagnato, viene dalla Somalia e ha solo 11 anni. Sono di provenienza diversa (Eritrea, Somalia, Gambia, Etiopia, Ghana, Siria, Nigeria, Guinea Bissau, Bangladesh, Algeria). Tra loro, anche cinque ragazze sole, la più piccola di 15 anni. La condizione di precarietà e di sovraffollamento si fa sempre più difficile, non sono garantiti per i minori spazi di accoglienza dedicati e, in molti casi, i minori rischiano di essere coinvolti nelle conflittualità che sempre più frequentemente si verificano all’interno del Centro. Molti ragazzi sono costretti a dormire all’aperto per terra, senza brandine. Le condizioni igienico-sanitarie sono molto precarie con un numero di bagni e di docce del tutto insufficiente rispetto alle presenze.
“E’ indispensabile procedere al trasferimento immediato di tutti i minori soli presenti sull’isola di Lampedusa in comunità di accoglienza sul territorio nazionale. Il paradosso è che queste strutture esistono e sono disponibili, ma i ragazzi non possono accedervi e restano bloccati sull’isola in una specie di limbo burocratico – ha dichiarato Raffaela Milano, direttore programma Italia-EU di Save the Children”. “Con la chiusura dell’emergenza Nord Africa, nessuna istituzione nazionale si ritiene più responsabile della loro accoglienza ed è il solo ufficio minori della Questura di Agrigento a ricercare una collocazione per loro, senza poter dare alcuna garanzia su chi si farà carico economicamente dei costi della loro permanenza in Italia”.
Questa situazione non riguarda solo Lampedusa, ma tutta la Sicilia, dove complessivamente sono in attesa di collocazione 326 minori stranieri non accompagnati. La situazione più critica si registra in provincia di Siracusa nel centro Umberto I, dove 127 minori sono ospitati assieme ad altri adulti, per un totale di 283 persone in condizioni di accoglienza e di promiscuità assolutamente inaccettabili.
“Parliamo di ragazzi che arrivano in Italia da soli dopo viaggi spesso lunghi e drammatici, che hanno bisogno di immediata protezione e di sostegno e non possono rimanere vittima dell’inerzia istituzionale. La situazione, già oggi al collasso, rischia di peggiorare ancora nel mese di agosto. Vista la situazione di emergenza, chiediamo l’immediata attivazione di una task force presso il ministero del Welfare che da oggi e durante tutto il mese di agosto resti attiva per supportare nella individuazione dei posti di accoglienza nelle comunità al livello nazionale, garantendo le risorse necessarie attraverso l’adeguamento del Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, e per disporre l’immediato trasferimento dei minori da Lampedusa e dalle altre strutture sovraffollate e del tutto inadeguate della Sicilia. Occorre, una buona volta, una seria assunzione di responsabilità sul futuro di questi ragazzi”.
Save the Children è presente a Lampedusa e nelle altre aree di sbarco di Sicilia, Puglia e Calabria con team di mediatori culturali e operatori legali, nell’ambito del progetto Praesidium del Ministero dell’Interno in collaborazione con UNHCR, OIM e Croce Rossa.
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