giovedì, giugno 06, 2013
È il messaggio lanciato dal convegno “Investimenti per un Rinascimento verde” organizzato oggi a Firenze da Earth Day Italia e patrocinato da Greenaccord Onlus. I nuovi strumenti finanziari possono aiutare a rilanciare l’agricoltura, creando reddito, occupazione e tutela del suolo. E saper comunicare bene questi temi orienta l’opinione pubblica verso consumi più responsabili. 

di Martina Valentini

Firenze - Si è parlato di agroalimentare e di finanza. Di problemi ambientali e delle proposte per costruire modelli innovativi di investimento capaci di produrre impatti positivi per l’Uomo e la Natura. Ma si è anche dimostrato il ruolo cruciale che la corretta informazione su ambiente, agricoltura, sviluppo, cambiamenti climatici, economica può ricoprire. Tutti temi essenziali per celebrare concretamente la Giornata Mondiale dell’Ambiente e per dare sostanza allo slogan, altrimenti vuoto, di “ripartire dalla Terra”. Affrontati dai relatori che hanno preso parte al convegno “Investimenti per un rinascimento verde – capitale naturale, umano ed economico diventano partner in vista dell’Expo 2015”, organizzato alla Biblioteca degli Uffizi di Firenze da Earth Day Italia insieme a FAO, Coldiretti, ENEA e CNR e patrocinatodall’associazione GREENACCORD Onlus .

“Oggi la finanza fa paura - ha spiegato nell’intervento d’apertura Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia - perché ci siamo tutti resi conto che non è più al nostro servizio ma che piuttosto ci governa senza scrupoli con danni economici ed ambientali che riducono drasticamente la qualità della nostra vita e rischiano di distruggere il Pianeta. Bisogna cambiare registro, ripartendo dalla Terra, da chi crea valore nei campi di grano o nei frutteti. Da chi è abituato a dire la verità e ad impegnarsi ogni giorno”.

I pericoli, d’altro canto sono molti e vanno affrontati con azioni decise e rapide, per evitare che producano ulteriori danni, anche economici, alla popolazione mondiale: “La riduzione di suolo agricolo pro capite (5 milioni di ettari in meno in vent’anni), i cambiamenti climatici, il degrado del suolo, l’agricoltura intensiva che ha prodotto retroazioni negative sono tutti fattori che devono destare preoccupazione” ha ammonito Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile.

In tal senso, orientare la finanza in senso etico può far molto. La speculazione finanziaria è una delle cause principali della crisi economica attuale ma la finanza rimane nel suo complesso uno delle più importanti leve per l’innovazione sociale e ambientale. Un nuovo uso dei capitali, orientato questa volta anche al bene comune e non solo alla speculazione, gli investimenti d’impatto (ai quali sarà dedicata la Tavola rotonda prevista nel pomeriggio) promettono di generare cambiamenti positivi e misurabili sia per il tessuto sociale che per l’ambiente, senza rinunciare ai rendimenti economici. Gli investimenti privati del settore finanziario in agricoltura sono un fenomeno in rapidissima ascesa per i benefici che producono in termini di rivalutazione del capitale e per l’andamento anticiclico dell’agricoltura rispetto agli altri mercati.

“I vantaggi negli investimenti nell’agricoltura di qualità e nel ritorno alla Terra sono ormai chiari agli esperti e agli addetti ai lavori” osserva Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord Onlus. “Ma il loro impatto sul benessere collettivo è spesso sottovalutato dall’opinione pubblica. Per questo è essenziale il ruolo dei giornalisti, per evidenziare le storture del sistema economico, per mostrare la possibilità di costruire nuove vie di sviluppo, per migliorare il livello di vita e di felicità dei cittadini”.

“Il compito dei giornali – concorda Marco Tarquini, direttore di Avvenire – dovrebbe essere quello di far capire come stanno le cose. Ma non sempre avviene. Sono poche le testate che vanno controcorrente, dando spazio a tali temi e incentivando l’opinione pubblica a porre attenzione a queste questioni”. Ruolo importante, anche perché, quando viene svolto con costanza, può produrre grandi risultati. “Pensiamo agli investimenti speculativi sull’accesso al cibo e sulle commodities agricole” ricorda Tarquini. “È grazie ai media e alle pressioni dell’opinione pubblica che alcune grandi banche hanno deciso di rinunciarvi”.

Qualcosa di analogo è avvenuto per gli acquisti dei prodotti alimentari a chilometri zero. “Più di tre miliardi di euro sono stati spesi nel 2012 in questo modo” ricorda Sergio Marini, presidente di Coldiretti. E questo ha avuto una ricaduta positiva sia sulla vita dei piccoli produttori, sia sulla tutela del suolo sia sulla riduzione degli sprechi alimentari. “Si stima – sottolinea Marini – che i prodotti alimentari come frutta e verdura acquistati al mercato degli agricoltori o direttamente nelle aziende agricole riducano gli sprechi del 30% perché più freschi e durano fino a una settimana in più rispetto a quelli dei canali di vendita tradizionali. Ma anche perché non si verificano le perdite dovute alle intermediazioni commerciali, conservazioni intermedie in magazzino e lunghi trasporti che compromettono gli altri prodotti prima di arrivare sul banco di vendita”.

Dal punto di vista ambientale, poi, questo tipo di acquisti ha ridotto di 98 milioni di chili l’anidride carbonica ad effetto serra emessa nell’atmosfera in un anno.

Da Firenze, 
per Greenaccord, 
Martina Valentini


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