giovedì, maggio 23, 2013
Palazzo dei Marescialli di Roma. Sede del Consiglio superiore della Magistratura. Tra le mani il faldone di 50 pagine, è il verbale della riunione del Csm del 19 gennaio 1988, che si concluse con il voto che nominò il nuovo capo dell’ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, il successore del giudice Antonio Caponnetto. 

di Rino Giacalone 

In quelle 50 pagine l’esatta trascrizione degli interventi fatti dagli allora componenti dell’organo di autogoverno dei magistrati, che si pronunziarono pro e contro i due giudici che si contrapponevano, Giovanni Falcone e Antonino Meli. Dott. Marconi (relatore). Contro Falcone: “Accentrare il tutto in figure emblematiche pur nobilissime è di certo fuorviante e pericoloso…c’è un distorto protagonismo giudiziario…si trasmoda nel mito”. Dott. Abate. E’ il primo a pronunziarsi a favore di Falcone. “una scelta ben chiara che sia di continuità e non segni alcuno strappo”“. Dott. Letizia: “Della professionalità poi fa parte la modestia, il miglior segnale del Csm è quello di non scegliere Falcone”. Avv. Contri: “Falcone è titolare di una esperienza unica non solo in Italia contro la mafia, magistrato eccezionale”. Dott. Tatozzi (che dichiara di essere amico di Falcone e componente della stessa componente): “Nomina Falcone potrebbe essere interpretata come una sorta di dichiarazione di stato di emergenza degli uffici giudiziari di Palermo”. Dott.Caselli: “La mafia non è una semplice emergenza è un problema strutturale italiano, è una realtà quotidiana in molte zone, è un pericolo per la Democrazia, e lo Stato si difende sul versante giudiziario dalla mafia garantendo agli uffici giudiziari la migliore attrezzatura, l’essere astratti nel decidere provoca svuotamento degli uffici di ogni valore, per questo oggi l’ufficio istruzione deve fare un passo in avanti, il candidato indicatoci dalla commissione presenta elementi di rischio, mentre la scelta non è tra Meli e Falcone ma verso un uomo del pool.

Mi chiedo come si possa parlare di privilegi per chi ha fastto determinate esperienze per chi stando a Palermo vive in condizioni a tutti note e che rappresentano forte penalizzazione”. Dott. D’Ambrosio: “Ricordo una frase del generale Dalla Chiesa, quelli che sono lasciati soli dallo Stato sono destinati ad essere abbattuti dalla mafia”. Prof. Smuraglia: “Scegliere Falcone significa attribuire un altro onere ad un magistrato costretto già a grandi sacrifici”. Avv. Pennacchini, vota Meli “per l’impegno profuso durante la lotta di liberazione”. Dott. Geraci (di lui si è sempre deto che fosse quel “giuda” nelle parole di Paolo Borsellino pronunciate durante il famoso dibattito alla biblioteca di Palermo, un mese dopo la strage di Capaci, Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso ha detto che ne è stato semrpe convinto che Paolo parlasse di lui): celebra Falcone bocciandolo,rivendicando di avere fatto parte con lui “di una pattuglia di samurai contro la mafia…Falcone è stato (così è scritto, ne parlò già al passato ndr) il migliore di tutti noi”.
E infine: “Le notorie doti di Falcone e i rapporti personali e professionali mi indurrebbero a sceglierlo ma mi è di ostacolo la personalità di Meli cui l’altissimo e silenzioso senso del dovere costò la deportazione nei campi nazisti, con sofferenza e umiltà esprimo questo voto. Poi il voto sulla nomina e quindi sul verbale della commissione che indica Meli. Era il 1988. Oggi 25 anni dopo Falcone non c’è più ma alcune parole restano. Restano affidate alla storia, restano ripetute per altri magistrati ..da delegittimare come accadde in vita a Falcone.

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