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mercoledì, aprile 04, 2018

Pizzolungo, dove la mafia viene contrastata

A 33 anni dalla strage mafiosa che fece scempio di Barbara Rizzo e dei suoi due gemellini Salvatore e Giuseppe Asta, la strada da percorrere è quella indicata dalla rete del “Non ti scordar di me”.

di Rino Giacalone

Liberainformazione - C’è una autobomba che continua ad esplodere e ad uccidere. È quella che il 2 aprile del 1985 fece scempio delle vite di Barbara Rizzo e dei suoi due figlioletti di sei anni, i gemellini Salvatore e Giuseppe Asta.

Quell’auto imbottita di tritolo era destinata al sostituto procuratore Carlo Palermo, da appena 40 giorni a Trapani, e alla sua scorta, le vittime di quell’eccidio mafioso morirono facendo da scudo a quel magistrato e agli agenti.
Ma quel “botto” lo si continua a sentire ogni qualvolta c’è chi dinanzi al potere di Cosa nostra e di tutte le mafie si gira dall’altra parte
... (continua)
venerdì, luglio 26, 2013

Un capitano Bellodi nella Trapani del 2013

E’ stato bravo, e c’era da aspettarselo perché non c’è cosa più scontata, è stato bravo ieri pomeriggio il prof. Nando Dalla Chiesa quando ha parlato ai tanti, ragazze e ragazzi, venuti a Marsala per il raduno nazionale dei giovani di Libera. 

di Rino Giacalone

Liberainformazione - Niente alte e altisonanti citazioni, passaggi cattedratici, ma semmai parole e consigli semplici per dire, in conclusione, che il pericolo di oggi da sconfiggere è quello che sostiene l’esistenza di “troppa legalità”. Le ultime notizie della cronaca politica e parlamentare, la storia sul 416 ter, lo confermano. Se non ci fosse stata questa voce, “la troppa legalità”, che è purtroppo un coro, da destra a sinistra, uno bravo e capace come Davide Mattiello non avrebbe dovuto sudare le classiche sette camicie per lavorare ad un testo... (continua)
giovedì, luglio 18, 2013

Le parole di un “capomafia”

Processo per il delitto di Mauro Rostagno, quando una dichiarazione di innocenza viene presentata come una “stupidaggine” 

Vincenzo Virga
di Rino Giacalone 

Aula Bunker “Giovanni Falcone”, Palazzo di Giustizia di Trapani. Mercoledì 16 luglio ore 9,30. La Corte di Assise che sta processando i presunti responsabili del delitto del sociologo e giornalista Mauro Rostagno è appena entrata in aula. Adempiuti gli aspetti preliminari, appello imputati e delle parti, l’imputato Vincenzo Virga, conclamato capo mandamento della mafia trapanese, ergastolano, collegato in video conferenza dal carcere di Parma (lo stesso dove si trova il boss Binu Provenzano), sottoposto al 41 bis, chiede di fare dichiarazioni spontanee. Il fatto è eccezionale... (continua)
giovedì, maggio 23, 2013

Falcone e quel voto che lo bocciò per la guida dell’ufficio istruzione: era il 1988

Palazzo dei Marescialli di Roma. Sede del Consiglio superiore della Magistratura. Tra le mani il faldone di 50 pagine, è il verbale della riunione del Csm del 19 gennaio 1988, che si concluse con il voto che nominò il nuovo capo dell’ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, il successore del giudice Antonio Caponnetto. 

di Rino Giacalone 

In quelle 50 pagine l’esatta trascrizione degli interventi fatti dagli allora componenti dell’organo di autogoverno dei magistrati, che si pronunziarono pro e contro i due giudici che si contrapponevano, Giovanni Falcone e Antonino Meli. Dott. Marconi (relatore). Contro Falcone: “Accentrare il tutto in figure emblematiche pur nobilissime è di certo fuorviante e pericoloso…c’è un distorto protagonismo giudiziario…si trasmoda nel mito”. Dott. Abate... (continua)
giovedì, maggio 02, 2013

D’Alì, il senatore che parlava ai Messina Denaro

Processo al senatore Pdl per concorso esterno, domani inizia la discussione 

di Rino Giacalone 
 
Ladri e assassini fanno quello che vogliono, e la polizia, con il pretesto di mantenere l'ordine, sta sui campi di calcio.. per guardare la partita! Oppure gioca a fare la guardia del corpo del senatore Ardoli, non è necessario, basta uno sguardo al suo viso per morire di paura! E’ un passaggio di uno dei libri usciti dalla penna del “maestro” Andrea Camilleri. E’ “La gita a Tindari”, il commissario Montalbano nell’occasione si trova a Trapani e per telefono l’ispettore Fazio gli chiede cosa facesse a Trapani non ricevendo però dal suo commissario una risposta precisa, “poi ti dirò” ma intanto Montalbano gli descrive Trapani con queste poche parole…”ladri e assassini fanno quello che vogliono”... (continua)


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