domenica, maggio 12, 2013
Dibattito aperto sulle radici culturali che si oppongono alla regolamentazione severa nel commercio delle armi negli Usa, primo cliente del nostro distretto armiero

Città Nuova - Le radici di una Nazione sono molto più profonde di tante ricostruzioni e affondano nella mitologia fondativa Usa, quella dell’originaria guardia di proprietari in armi radunata da George Washington (cfr articolo Armi. Non è solo una questione di lobby). Non si spiegherebbe altrimenti la scelta già operata da 38 Stati di legiferare in maniera tale da impedire l’applicazione di norme federali volute da Obama per limitare il libero possesso di armi, anche di quelle pensate per scopi militari, mentre reiterate sentenze della Corte suprema degli Stati Uniti, come la recente del 2008 “District of Columbia vs Heller”, hanno ribadito l’incostituzionalità di regolamenti restrittivi al possesso delle armi varati da alcuni stati perché in contrasto con il secondo emendamento della Carta dei diritti.

“Gun violence” e industria italiana
Storicamente l’imposizione di alcuni limiti amministrativi si sono avuti di fronte al dilagare della violenza criminale come al tempo della Chicago insanguinata ai tempi di Alfonso Capone in lotta con i clan di origine irlandese. Un precedente che potrebbe tornare attuale vista la prassi consolidata e conosciuta, da parte dei narcotrafficanti latino americani, di rifornirsi di armi di ogni genere anche presso le armerie diffuse sul confine tra Messico e Usa, come fa notare Maurizio Simoncelli dell’istituto di ricerca Archivio Disarmo collegato con la statunitense “Brady campaign to end gun violence”, una rete associativa che dispone di consensi crescenti ma non paragonabili, anche come fondi, a quelli della Nra.

Il mercato delle armi cosiddette leggere rappresenta quindi una componente importante degli Usa che restano i primi esportatori del comparto, seguiti dall’Italia che vede proprio nel grande Paese atlantico anche il maggior acquirente con 119 milioni di euro su 316 nel 2012. Il distretto armiero tricolore, ben radicato nel bresciano, ha registrato l’aumento dell’export del 20 per cento rispetto ai valori del 2011 con la presenza del gruppo Beretta che possiede anche uno stabilimento nello stato del Maryland partecipando, come riporta l’Opal (”Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa” di Brescia), delle strategie del National Rifle association che è anche, come riferisce Wikipedia, definita la più antica associazione dei diritti civili degli Stati Uniti.

Materiali per un dibattito non banale, e neanche teorico, sul concetto di libertà, impresa e proprietà nel mondo interdipendente.

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