domenica, aprile 21, 2013
La ragazza che insieme ad Andrea Volpe uccise Mariangela Pezzotta chiede a Napolitano l’amnistia

di Ilaria Sulla

Era il 2004 quando i crimini della setta “Bestie di Satana” vennero scoperti. In particolare uno, l’omicidio della giovane Mariangela Pezzotta, il cui cadavere venne ritrovato nello “chalet degli orrori”, ebbe una grande risonanza mediatica. La Pezzotta, anch’ella membro della setta, era diventata scomoda in quanto a conoscenza dei dettagli sulla scomparsa degli ex membri Fabio Tollis e Chiara Marino, di cui si erano perse le tracce dal 1998. Uno tra i capi storici della setta, Nicola Sapone, aveva dato ordine ai due fidanzati Andrea Volpe ed Elisabetta Ballarin di uccidere la ragazza (che era tra l’altro ex di Volpe). I due ci avevano provato, invitandola nella baita di Golasecca, e mentre la Ballarin stava preparando il caffè Volpe le sparò. Ma Mariangela non morì subito, e allora, spaventati e sotto l’effetto di droga, i due chiamarono Sapone, che la finì a colpe di badile.

Nel maggio 2007 la Corte d'Assise d'Appello di Milano condannò Sapone a due ergastoli e Elisabetta Ballarin a 23 anni di carcere. Andrea Volpe vide la sua pena ridotta da 30 anni a 20 anni per aver collaborato con la giustizia alla risoluzione del caso. In seguito, la Ballarin conquistò la semi-libertà per motivi di studio: si laureò con 110 e lode in “Didattica dell’Arte” a Brescia e, proprio il mese scorso, ha ottenuto una borsa di studio per studiare “Grafica e comunicazione”. La ragazza si definisce come una persona diversa, una che “ha capito i suoi sbagli, si vuole rifare una vita e cancellare quel periodo che appartiene a un passato che non riconosce più”, come sostiene il suo avvocato Francesca Cramis. Proprio per questo motivo ha inviato una lettera a Giorgio Napolitano per chiedere la grazia.

L’avvocato ha aggiunto: “Sono sbalordita che la notizia della richiesta, che doveva rimanere riservata, sia uscita. Il motivo? Non volevamo che il Capo dello Stato potesse subire in qualche modo pressioni dalla stampa in quanto siamo convinti che Elisabetta sia stata condannata a una pena così alta anche perché il suo processo è stato in gran parte mediatico”. In effetti la vicenda fece scalpore in tutta l’Italia e diede inizio ad una serie di dibattiti sui giovani ed il loro rapporto con l’heavy metal, il satanismo e la violenza. In particolare venne messo sotto accusa un gruppo musicale statunitense, gli Slayer, che avrebbero ispirato le “bestie” negli omicidi. Fu lo stesso Hanneman, chitarrista del gruppo, a rigettare le accuse: “Chi ha cercato nella musica le ragioni di un delitto non ha capito nulla ed ha dimostrato una volta per tutte la propria ignoranza. Tutto ciò è tremendamente stupido, perché se qualcuno arriva a compiere un gesto così estremo è mosso da ragioni che vanno ben oltre l'ascolto degli Slayer. Se una persona non ci sta con la testa può essere spinta ad uccidere da un disco ascoltato, ma anche da un film visto in televisione, dalla rottura con la fidanzata... da tutto!”.

In merito alla richiesta di grazia, si è espresso a favore della ragazza anche il sindaco di Brescia Adriano Paroli: “Quello che ha fatto non si cancella - ha dichiarato - ma era un'adolescente, in una compagnia sbagliata. Anche se ciò non la giustifica, credo sia uno di quei casi in cui l'approccio di recupero funzioni. Credo che a chi sbaglia così giovane vada data un'altra possibilità. Anche se le colpe restano”. Anche il padre della vittima, Silvio Pezzotta, la ritiene una richiesta lecita: “Ho sempre sostenuto che Elisabetta fosse lei stessa una vittima della setta. Non dimentico il modo orribile con cui morì mia figlia, ma da padre capisco come a quell'età si può essere vulnerabili”. Non resta che aspettare la decisione del Presidente della Repubblica Napolitano.

Sono presenti 16 commenti

R-Resistenza ha detto...

La pena di morte è troppo poco per mostri simili, figurarsi l'ergastolo. Ma dal grande nonno 2 ci aspettiamo tutto il peggio!

Anonimo ha detto...

avrei scritto le stesse cose!

Anonimo ha detto...

Io invece penso che bisogna valutare caso per caso. Sono contrario alla pena di morte, non solo per motivi religiosi, ma anche nei Paesi in cui vige questo tipo di pena non ci sono minori casi di omicidi. La detenzione deve essere rieducativa, sicuramente ha commesso un fatto molto grave, anche il padre stesso della vittima hs capito che effettivamente Elisabetta Ballarin fosse vittima lei stessa della setta e che si è pentita pagandone con quasi 10 anni di detenzione. Per me detenzione deve essere rieducazione non solo punizione. Tutto sta nel far funzionare le carceri, che molto spesso purtroppo sono sovraffollati di detenuti, la maggior parte dei quali sono immigrati che hanno commesso piccoli reati o piccoli spacciatori. I criminali veri invece sono molto spesso impuniti. Sta di fatto che il nostro Paese è uno di quelli fra i più corrotti in Europa.

masottiandrea.wordpress.com ha detto...
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Anonimo ha detto...

A chi sostiene che dove esiste la pena di morte i crimini non dimininuiscono dico di guardare meno le statistiche e informarsi meglio. Casualmente risiedo in una nazione in cui è in vigore la pena di morte (che spesso ONG e altre organizzazioni di sinistra o cattoliche spacciano per nazione in cui tutti la vogliono abolire) e posso garantire due cose: A) I crimini sono inferiori alla maggior parte dei paesi occidentali (donne che girano mezze nude indisturbate, io giro col portafogli in mano o mi capita anche di perderlo e me lo vedo restituito; stesso dicasi per telefonino ecc.) B) Statistiche finte a parte, qui dove sto io nessuno la vuole abolire eccetto un gruppuscolo di decerebrati a cui è stato lavato il cervello da un piccolo gruppo di espatriati americani di idee liberal (un virus peggiore del cancro). Ora, io non dico che a questa donna debba essere data la pena di morte, ma vorrei ricordare che c'è una persona che non esiste più a causa di "errori adolescenziali" (Come qualcuno li definisce). Errori il cui risultato è che una donna è stata sparata prima e finita a badilate mentre chi ha compiuto l'atto è in carcere, con avvocati che cercano di convincere il mondo che queste persone siano cambiate (al massimo avranno migliorato il livello di autocontrollo e diminuito il livello di idiozia). E come al solito c'è sempre qualcuno che, per qualche inspiegabile ragione, difende assassini e criminali ventilando l'ipotesi di "seconde opportunità" che alle vittime (e ai familiari, per quanto indulgenti con i criminali) non sono state concesse. Dovrebbe stare in galera. Ridarle la libertà, ma anche la semi libertà è un affronto alla giustizia e alla memoria dei morti.

masottiandrea.wordpress.com ha detto...
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Anonimo ha detto...

Passare dalla pena di morte a soli sei anni di pena scontata ce ne passa. Bisogna pensare che un omicidio deve avere un minimo di pena non riducibile. Di questo passo tra implorazioni, perdoni e buone condotte uccidere costa meno che un furto o una truffa. Sei anni sono davvero troppo pochi per chi ha ucciso volontariamente.

Anonimo ha detto...

Bisogna perdonare. Che importa che le sue mani siano sporche di sangue. Chi è morto, non può più farsi sentire. Bisogna perdonare tutti. I nostri politici che rubano, i nostri amministratori che amministrano male, i ladri che ci svaligiano le case, gli ubriachi che andando come pazzi in auto uccidono i nostri figli, i mafiosi che chiedono il pizzo, gli imprenditori disonesti che evadono le tasse e assumono a nero, i.......Insomma, bisogna perdonare tutti. Ma chi è stato condannato, deve espiare la propia colpa. In galera

Anonimo ha detto...

Non sono per la pena di morte, ma dare l'ergastolo per omicidio, preso atto della sicura colpevolezza, altrimenti valutare l'effettivo coinvolgimento per dare una considerevole pena da scontare.
Ma condivido quello che dice (anonimo del 21 aprile 2013 18:15 ) Se ci fosse una legge severa ma sopratutto pene molto severe, oltre ad una detenzione più rigida e non come fossero in albergo. Forse qualcosa cambierebbe. Ma se al governo esistono persone destra, sinistra, centro, non ha importanza che sono indagati, si capisce da qui che non ci sarà mai una vera giustizia.

Anonimo ha detto...

che coraggio questa Ballarin !ma si ricorda quello che ha fatto ,e come l'ha fatto !!come può pretendere la grazia!x me la galera che farà non sarà mai abbastanza .

Anonimo ha detto...

attribuire una pena a chi ha commesso un delitto e, più in generale, attribuire una punizione a chi commette un grosso sbaglio, è di insegnamento non solo a chi l'ha commesso per non compierlo più ma anche a chi non l'ha commesso, per non fargli venire neanche in mente di poterlo commettere. Concedendo eccessivo perdono, anche se hai educato che si è redento, magari fai del bene a lui/lei ma certamente non fai del bene alla società. Deve rimanere in galera per tutto il periodo che la sentenza aveva deciso, non esiste perdono.

Anonimo ha detto...

che sono d'accordo con il signore che ha scritto il commento 21 04 2013 ore 18,15 (non so come si chiama)

Rick70 ha detto...

Mi scuso per il commento anonimo del 21 aprile 2013 18:15 ma ero di fretta e scrivevo da un cellulare. Riconfermo quello che ho detto. Il crimine senza pena o con pene troppo leggere o con l'idea che ci sia qualcuno che dopo lo "recupera" induce moltissimi criminali a premeditare atti efferati, nella piena consapevolezza che, trascorso un ragionevole lasso di tempo, con un buon avvocato e il sostegno dei soliti noti, esiste la possibilità di uccidere salvandosi, perfino studiando a spese dello stato e poi magari anche trovando un lavoro migliore di chi stenta (caso di moltissimi terroristi e criminali in Italia). Per cui se mi si dice che è opportuno dare una seconda opportunità a un ladro di polli approvo totalmente. Se mi si dice di dare una seconda opportunità a un rapinatore di banche che ha ucciso qualcuno per sbaglio durante una precipitosa fuga posso anche capire l'intento correttivo. Se mi si dice di perdonare casi come questo, mi dispiace non sono d'accordo. L'atto è stato compiuto con spregiudicatezza assoluta, senza pietà e in tempi sufficientemente lunghi da consentire il ripensamento (sparo, chiamare il secondo, prendere il badile, guardarla in faccia e riprenderla a badilate). Ma stiamo scherzando? Un altro dice che siccome l'altra è morta almeno la criminale va salvata. Questo concetto, fortunatamente, esiste solo in Italia. Essendo una delle persone che ne ha causato la morte, dovrebbe essere scontato che debba scontare la pena per intero e NON AVERE OPPORTUNITA' migliori degli altri. Ma se lei ha un'idea differente venga da me. Io l'ammazzo personalmente, poi mi pento, mi laureo e trovo un lavoro. Tanto lei è morto/morta e diventa automaticamente un rifiuto solido urbano smaltibile in discarica.
Vede la contraddizione nel suo ragionamento se lo applico a lei in persona?

mogol_gr ha detto...

No che poi s'iscrive al M5S.

Anonimo ha detto...

Nessun perdono, nessuna grazia, ma soprattutto non approvo che la gente possa studiare in carcere - mentre tanti bravi ragazzi non si possono permettere di seguire un corso universitario - e pretendere anche di lavorare. ha una ucciso una compagna di gruppo e, suppongo, un'amica. L'ha ingannata, trascinata in una trappola e vista morire senza alcun ripensamento! Deve scontare la sua pena, fino in fondo, e ringraziare Dio, se ci crede, per non essere stata condannata all'ergastolo!

Anonimo ha detto...

in galera per sempre, sulla sedie elettrica dovrebbero metterla , altro che la grazia

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