Una mozione al PE per una risoluzione su crimine organizzato, corruzione e riciclaggio di denaro sporco
di Silvana Arbia
Data l’espansione del crimine organizzato in tutti i paesi europei, grazie ai vantaggi derivanti dalla globalizzazione dell’economia e dall’apertura delle frontiere, le istituzioni europee hanno dovuto affrontare il fenomeno. Nel 2012 il PE ha istituito un Comitato speciale sul crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio del denaro prodotto di attivitá criminose: tale Comitato ha studiato la situazione di alcuni paesi europei, ha sentito 90 esperti e ha redatto il mese scorso un rapporto da sottoporre al PE (2012/2117 INI).
Nel rapporto si rinvengono dati e suggerimenti interessanti. Vi si osserva che le organizzazioni criminali divengono sempre piú influenti e piú sofisticate e oltre ad usare violenza e intimidazione, esse ricorrono alla corruzione. Di fronte a questi nuovi sviluppi del crimine organizzato, occorre, ad avviso del Comitato speciale, un’azione adeguata a livello politico, al fine di stabilire un quadro normativo uniforme, capace di colpire il motore del crimine organizzato, ovvero la sua economia, rinforzando le competenze delle polizie e delle magistrature nazionali. E occorre agire bene, senza ritardo ed efficacemente, al fine di evitare le conseguenze deleterie dei crimini in questione sulla sicurezza dei cittadini, che hanno diritto, in base al trattato di Lisbona, di godere di uno spazio di libertá, sicurezza e giustizia.
Una definizione comune di crimine organizzato e di partecipazione in organizzazioni criminose, come l’associazione mafiosa, potrebbe facilitare la cooperazione e l’assistenza giudiziaria tra i vari paesi. Un sistema per colpire i guadagni illeciti dell’organizzazione criminosa é cruciale.
Si propone, infine, la creazione di un ufficio di procuratore, a livello europeo, per perseguire in particolare crimini finanziari e che interagisca con altri uffici a livello europeo, come Eurojust, Europol, OLAF.
Sulla base di una lunga esperienza, devo osservare che l’istituzione di altri uffici non basta per rafforzare le capacitá degli stati membri dell’UE in materia di lotta alla criminalitá organizzata, non potendo ignorare l’enorme difficoltá dei procuratori nazionali che non hanno mezzi adeguati per affrontare una criminalitá che usa invece i mezzi piú avanzati. Spero che non si concentri tutta l’attenzione sul “procuratore europeo” e che non si preparino posti eccellenti da attribuire a qualche predestinato. La trasparenza nella nomina, quando sará il momento, del procuratore europeo é d’obbligo, se davvero si vuole combattere lo strapotere illegale delle organizzazioni criminali e la loro grave pericolosità per la societá e la salute delle imprese.
di Silvana Arbia
Data l’espansione del crimine organizzato in tutti i paesi europei, grazie ai vantaggi derivanti dalla globalizzazione dell’economia e dall’apertura delle frontiere, le istituzioni europee hanno dovuto affrontare il fenomeno. Nel 2012 il PE ha istituito un Comitato speciale sul crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio del denaro prodotto di attivitá criminose: tale Comitato ha studiato la situazione di alcuni paesi europei, ha sentito 90 esperti e ha redatto il mese scorso un rapporto da sottoporre al PE (2012/2117 INI).
Nel rapporto si rinvengono dati e suggerimenti interessanti. Vi si osserva che le organizzazioni criminali divengono sempre piú influenti e piú sofisticate e oltre ad usare violenza e intimidazione, esse ricorrono alla corruzione. Di fronte a questi nuovi sviluppi del crimine organizzato, occorre, ad avviso del Comitato speciale, un’azione adeguata a livello politico, al fine di stabilire un quadro normativo uniforme, capace di colpire il motore del crimine organizzato, ovvero la sua economia, rinforzando le competenze delle polizie e delle magistrature nazionali. E occorre agire bene, senza ritardo ed efficacemente, al fine di evitare le conseguenze deleterie dei crimini in questione sulla sicurezza dei cittadini, che hanno diritto, in base al trattato di Lisbona, di godere di uno spazio di libertá, sicurezza e giustizia.
Una definizione comune di crimine organizzato e di partecipazione in organizzazioni criminose, come l’associazione mafiosa, potrebbe facilitare la cooperazione e l’assistenza giudiziaria tra i vari paesi. Un sistema per colpire i guadagni illeciti dell’organizzazione criminosa é cruciale.
Si propone, infine, la creazione di un ufficio di procuratore, a livello europeo, per perseguire in particolare crimini finanziari e che interagisca con altri uffici a livello europeo, come Eurojust, Europol, OLAF.
Sulla base di una lunga esperienza, devo osservare che l’istituzione di altri uffici non basta per rafforzare le capacitá degli stati membri dell’UE in materia di lotta alla criminalitá organizzata, non potendo ignorare l’enorme difficoltá dei procuratori nazionali che non hanno mezzi adeguati per affrontare una criminalitá che usa invece i mezzi piú avanzati. Spero che non si concentri tutta l’attenzione sul “procuratore europeo” e che non si preparino posti eccellenti da attribuire a qualche predestinato. La trasparenza nella nomina, quando sará il momento, del procuratore europeo é d’obbligo, se davvero si vuole combattere lo strapotere illegale delle organizzazioni criminali e la loro grave pericolosità per la societá e la salute delle imprese.
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