venerdì, marzo 08, 2013
Ma l’UE vuole dare segni tangibili di attenzione per le donne: in vista l’European Portection Order, un Regolamento che rafforza la protezione delle donne contro le violenze domestiche

di Silvana Arbia

Oggi, 8 marzo, da piú parti si parlerá di donne; si faranno dichiarazioni piú o meno ad effetto e piú o meno alla moda sulle donne, i loro problemi, la loro vulnerabilità. Si regaleranno fiori alle donne e altre lodevoli iniziative. Ma, pensando alla situazione delle donne oggi, nonostante le battaglie per la paritá, l’uguaglianza di genere e le celebrazioni annuali, si ha l’impressione che siamo donne solo per un giorno. Nei giorni che precedono e in quelli che seguono l’ 8 marzo le donne, in famiglia e nella societá, sono tuttora “vulnerabili” e come tali bisognose di protezione.

Ma cosa si fa perché le donne non siano vulnerabili? O la vulnerabilitá fa parte dell’essere donne? In un mio post sulle madri sole osservavo che l’indipendenza economica delle donne ne favorisce l’ emancipazione. L’istruzione e la formazione pure sono fattori chiavi perché le donne possano competere, senza inferiorità, nel campo professionale. Penso che le donne debbano essere sempre piú presenti e attive nelle riforme e nei processi innovativi. Nessuno meglio delle donne stesse potrebbe valutare ció che puó migliorare la condizione femminile.

Mentre riflettevo su tali questioni ho letto che oggi sará presentata a Bruxelles, per approvazione, una proposta di regolamento, “European Protection Order”, per una protezione rafforzata delle donne vittime di violenze domestiche. Si tratta di un segno tangibile a favore delle donne e fa parte di un intero pacchetto di misure a favore delle vittime. Il nuovo regolamento consentirá tra l’altro alle donne che, vittime di violenze domestiche, commesse in ambienti familiari di diritto o di fatto, hanno avuto il coraggio di chiedere aiuto e protezione alle autoritá, di beneficiare della necessaria sicurezza e della protezione in qualsiasi stato membro dell’UE, senza bisogno di rinnovare azioni giudiziarie nel paese di accoglienza, una sorta di extraterritorialitá della protezione delle vittime, concetto nuovo che puó senza dubbio facilitare il recupero della fiducia e della dignitá delle donne vittime di violenze e di abusi proprio in seno all’ambiente familiare che avrebbe dovuto sostenerle e aiutarle. Un impegno importante per gli stati membri dell’UE che dovranno porre in essere, nei loro ordinamenti interni, le misure adeguate ad accogliere vittime e vittime donne in particolare.

Personalmente, non posso non osservare che rifugiarsi in un paese diverso dal proprio, pur nell’ambito dell’UE, comporta difficoltá e limitazioni. Spero quindi che nessuna donna abbia bisogno di ricorrere a questa nuova forma di asilo.

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa