venerdì, febbraio 08, 2013
A Giussago l’amministrazione comunale concede crediti alle vittime della crisi. I requisiti per accedere al prestito sono: il possesso di un lavoro, la residenza a Giussago, la cittadinanza in uno dei Paesi dell'Unione europea  

Città Nuova - Nella Lombardia della finanza la notizia ha fatto scalpore. È piaciuta soprattutto perché a proporre l’iniziativa è stato il primo cittadino di Giussago, comune di seimila abitanti in provincia di Pavia. Qui, da un pò di tempo, artigiani, agricoltori, operai si erano rivolti al sindaco, Massimiliano Sacchi, lamentandosi perché la banca non faceva loro credito. Sacchi senza pensarci troppo ha cercato - e trovato - una soluzione che dà l’avvio ad una collaborazione costruttiva tra l’amministrazione e i cittadini. Così è stata scritta una delibera di giunta, con la quale il comune di Giussago si è impegnato a creare un fondo di 15mila euro a cui ogni residente può accedere per un finanziamento, senza interessi, di massimo 3 mila euro, da restituire in tre anni. Naturalmente sono necessari dei requisiti: il possesso di un lavoro, la residenza a Giussago, la cittadinanza in uno dei Paesi dell'Unione europea. Perché il prestito è concesso anche agli extracomunitari, se sono in regola con il permesso di soggiorno. È una iniziativa minima, piccola ma «a chi in banca non trova credito a volte basta poco per riprendersi» è la filosofia del primo cittadino che orgoglioso, ma senza mettersi in competizione assolutamente con le banche, offre ai suoi cittadini questo servizio davvero nuovo, per un'amministrazione comunale. Accedere ad uno sportello bancario il più delle volte è impossibile, per i tassi di interesse troppo elevati, dunque ci si può rivolgere alle casse comunali e accedere al "Prestito d'onore". Così si chiama questa operazione che mira a concedere, in questa prima fase, cinque crediti a famiglie o anche a singole persone. «Si tratta di una forma sperimentale di micro-credito – spiega il sindaco – un prestito da restituire quando la famiglia può e, ovviamente, senza alcun interesse. L'obiettivo è quello di evitare il rischio di un'emarginazione sociale derivante da situazioni di disagio magari temporaneo in cui si porrono ritrovare famiglie o persone, fino a ritrovarsi in un vortice da cui poi è difficile uscire. E poi il primo cittadino propone piccoli esempi, per illustrare a chi quei fondi possono essere utili. «C'è una discreta richiesta di autisti di scuolabus - dice Sacchi - ma serve la patente che dia l'abilitazione per guidare questi automezzi. In genere il costo si aggira sui 2/3 mila euro. Oppure i fondi possono servire per far prendere la patente al figlio che è diventato maggiorenne, oppure ancora per sostenere qualche esame. Perché rinunciare ad un'opportunità di lavoro o ad un controllo medico? In questo caso il prestito d'onore può ritornare utile». Questa soluzione, inoltre, può aiutare chi è colpito dalla crisi a non entrare in una logica assistenziale. In questi momenti di difficoltà per le famiglie, le persone che hanno bisogno di denaro non possono certo trovare aiuto o comprensione presso gli istituti di credito. Per questo si rivolgono al Comune. Certo le possibilità di intervento delle amministrazioni locali non sono infinite, ma a volte basta un piccolo aiuto per risolvere un grande problema. «Naturalmente si tratta pur sempre di un prestito, anche se d'onore e i soldi vanno comunque restituiti entro tre anni», raccomanda Massimiliano Sacchi.

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