Una parte della tifoseria della Pro Patria, seconda divisione, responsabile dell’interruzione
Durante i 27 minuti di gioco si sono levati da parte della tifoseria bustocca cori razzisti nei confronti dei giocatori di colore del Milan: presi di mira Muntari, Niang e Boateng. La squadra rossonera ha segnalato l’accaduto all’arbitro e dopo reiterati insulti piovuti dagli spalti Boateng ha scagliato il pallone contro la tribuna e si è sfilato la maglia abbandonando il campo. Dopo il rientro negli spogliatoi, i rossoneri si sono rifiutati di tornare sul campo da gioco in segno di protesta mentre gli stessi giocatori della Pro Patria tentavano invano di dissuadere la propria tifoseria dal dare seguito a quella manifestazione di plateale inciviltà.
Il capitano dei rossoneri Ambrosini ha così spiegato la decisione di abbandonare il terreno di gioco: “Dispiace molto per tutte le persone che erano allo stadio ma andava dato un segnale forte. Il Milan si impegnerà a tornare a Busto Arsizio soprattutto per i bambini e le persone che non hanno nulla a che fare con il razzismo ma un segnale andava dato contro il razzismo. Non era giusto continuare a giocare, impossibile riprendere con un clima del genere”. Gli ha fatto eco anche l’allenatore del Milan Allegri, che ha condiviso la scelta del capitano della squadra davanti a simili comportamenti.
Insomma un segnale forte ed esemplare. Anche il presidente della Pro Patria, Pietro Vavassori, ha detto di comprendere i molti giocatori che non sono rientrati in campo poiché fortemente turbati all’episodio, e ha aggiunto: “Sono state isolate quelle persone che hanno effettuato i cori razzisti. Ci tengo a precisare che non sono persone che vediamo allo stadio; hanno solo voluto utilizzare l'evento per rovinare la festa. Noi come società potevamo fare poco”.
Insultare e denigrare pesantemente gli avversari perché di colore è sinonimo di scarsa intelligenza e di inciviltà. Purtroppo la violenza negli stadi, anche se combattuta con telecamere e presenza delle forze dell’ordine, non si estirperà facilmente senza formare la coscienza civile dei cittadini. Intanto una grande lezione impartita dalla squadra di Massimiliano Allegri, lezione che andrebbe adottata su ogni campo di calcio e così, forse, verrebbe finalmente intesa anche dalle zucche più vuote…
di Silvio Foini
Durante i 27 minuti di gioco si sono levati da parte della tifoseria bustocca cori razzisti nei confronti dei giocatori di colore del Milan: presi di mira Muntari, Niang e Boateng. La squadra rossonera ha segnalato l’accaduto all’arbitro e dopo reiterati insulti piovuti dagli spalti Boateng ha scagliato il pallone contro la tribuna e si è sfilato la maglia abbandonando il campo. Dopo il rientro negli spogliatoi, i rossoneri si sono rifiutati di tornare sul campo da gioco in segno di protesta mentre gli stessi giocatori della Pro Patria tentavano invano di dissuadere la propria tifoseria dal dare seguito a quella manifestazione di plateale inciviltà.
Il capitano dei rossoneri Ambrosini ha così spiegato la decisione di abbandonare il terreno di gioco: “Dispiace molto per tutte le persone che erano allo stadio ma andava dato un segnale forte. Il Milan si impegnerà a tornare a Busto Arsizio soprattutto per i bambini e le persone che non hanno nulla a che fare con il razzismo ma un segnale andava dato contro il razzismo. Non era giusto continuare a giocare, impossibile riprendere con un clima del genere”. Gli ha fatto eco anche l’allenatore del Milan Allegri, che ha condiviso la scelta del capitano della squadra davanti a simili comportamenti.
Insomma un segnale forte ed esemplare. Anche il presidente della Pro Patria, Pietro Vavassori, ha detto di comprendere i molti giocatori che non sono rientrati in campo poiché fortemente turbati all’episodio, e ha aggiunto: “Sono state isolate quelle persone che hanno effettuato i cori razzisti. Ci tengo a precisare che non sono persone che vediamo allo stadio; hanno solo voluto utilizzare l'evento per rovinare la festa. Noi come società potevamo fare poco”.
Insultare e denigrare pesantemente gli avversari perché di colore è sinonimo di scarsa intelligenza e di inciviltà. Purtroppo la violenza negli stadi, anche se combattuta con telecamere e presenza delle forze dell’ordine, non si estirperà facilmente senza formare la coscienza civile dei cittadini. Intanto una grande lezione impartita dalla squadra di Massimiliano Allegri, lezione che andrebbe adottata su ogni campo di calcio e così, forse, verrebbe finalmente intesa anche dalle zucche più vuote…
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Sono presenti 2 commenti
Bella lezione di civiltà. Il milan é sempre grande anche quando non vince.
D'ora in poi si segua questo esempio. Capiranno l'antifona e si comporteranno meglio. altrimenti, tutti a casa.
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